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“Niente disaccoppiamento”: la Germania conferma i rapporti con la Cina sconfessando la Commissione
L’incontro fra il Vice-Premier cinese He Lifeng e il ministro tedesco delle finanze, il liberale Christian Lindner dimostra quanto la Germania valuti importanti i suoi legami economici con la Cina, nonostante le tensioni geopolitiche, con i due paesi che si sono impegnati nel fine settimana a perseguire una più stretta cooperazione finanziaria.
L’impegno, assunto a Francoforte in occasione del primo dialogo finanziario ad alto livello in quattro anni, sottolinea anche il rifiuto di Berlino di disaccoppiamento economico con Pechino, hanno detto gli osservatori.
In una dichiarazione congiunta di 25 punti rilasciata dopo l’incontro di domenica, i due paesi hanno affermato che espanderanno l’accesso reciproco al mercato, intensificheranno gli investimenti e rafforzeranno la cooperazione attraverso quadri economici multilaterali, inclusa la Banca asiatica di investimento per le infrastrutture (AIIB) sostenuta dalla Cina.
L’incontro è stato l’ultimo contatto di alto livello tra i due paesi. La settimana scorsa, Chen Wenqing, il più alto funzionario della sicurezza cinese, ha visitato la Germania per colloqui, portando con sé funzionari di un’ampia gamma di organi governativi, tra cui la banca centrale e i ministeri degli affari esteri, dell’industria, della pubblica sicurezza, della sicurezza statale e della giustizia.
La freddezza viene invece riservata ai funzionari vicini al ministro degli estere Baerbeck, che aveva definto “Dittatore” Xi inping, mostrando come a Pechino sanno leggere bene la situazione politica tedesca. In quest’otticca deve essere vista la freddezza verso l’inviata per il clima Jennifer Morgan.
Il contatto avviene nel contesto di una strategia tedesca più dura nei confronti della Cina e di crescenti richieste da parte dell’Unione Europea di “ridurre i rischi” nei legami con Pechino.
Wang Yiwei, specialista dei rapporti fra Cina-UE presso l’Università Renmin di Pechino, ha affermato che l’incontro finanziario è stato un passo significativo verso un disgelo nelle relazioni della Cina con la Germania e l’Europa.
“Il meccanismo del dialogo si sta riprendendo”, ha affermato, aggiungendo che eventi come il dialogo economico e commerciale ad alto livello tra Cina e UE del mese scorso e il prossimo vertice Cina-UE sono tutti segnali positivi di un “riscaldamento” dei legami tra Cina ed Europa. . “Sia la Germania che la Cina apprezzano [il dialogo finanziario]”.
Dopo l’incontro di domenica con il vicepremier He Lifeng, il ministro delle Finanze tedesco Christian Lindner ha detto che i due partiti hanno avuto una discussione “molto costruttiva e aperta” e spera che l’incontro, che si tiene ogni due anni, possa diventare un evento annuale.
Thorsten Benner, direttore del Global Public Policy Institute con sede a Berlino, ha affermato che l’incontro è stato come “viaggiare indietro nel tempo fino al culmine delle relazioni tedesco-cinesi durante gli anni di [Angela] Merkel – come se l’agenda di riduzione del rischio non fosse mai stata introdotta”. “Lindner non ha affrontato pubblicamente un singolo problema critico con Pechino”, ha detto Benner.
“Va bene che la Germania invii segnali di interesse a cooperare con Pechino, ma dovrebbe trovare modi per farlo in modo meno servile.
“Pechino sarà sicuramente felice di questo incontro che va contro il linguaggio più duro della Commissione europea”.
Quindi la Germania, con moltepici facce, da un lato chiama al “Disaccoppiamento” con Pechino attraverso i propri uomini a Bruxelles, attacca la Cina con i propri moralisti Verdi, gli stessi che finanziano le ONG nel Mediterraneo, Dall’altro stringe i rapporti finanziari e commerciali con Pechino seguendo l’eterno principio del “Pecunia non olet”.
Il disaccoppiamento di Berlino si vede, ma non è con Pechino, quanto con Bruxelles e Parigi: appare evidente che la metà social-liberale del governo tedesco sta prendendo lidi diversi da quelli della Commissione, che appare sempre più un fantoccio dell’amministrazione Dem americana, impegnata nel conteniimento della Cina. Al contrario Berlino cerca di fare i propri affari, infischiandosene apertamente e preferendo i contatti intercontinentali a quelli europei. Fino a quando lo potrà fare, prima che da Washington non li richiamino all’ordine?
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