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Netflix si prende Hollywood? La Mega-Offerta per Warner Bros. Discovery e il labirinto antitrust

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Il mondo dell’intrattenimento è stato scosso da un vero e proprio terremoto finanziario. Dopo una “guerra d’offerta” combattuta all’ultimo sangue, il colosso dello streaming Netflix ha trionfato, entrando in trattative esclusive per l’acquisizione di Warner Bros. Discovery (WBD). La cifra magica, capace di zittire la concorrenza di rivali di peso come Paramount e Comcast, si è attestata sui 30 dollari per azione, un premio che ha fatto pendere l’ago della bilancia.

L’operazione, che si preannuncia come uno degli accordi più complessi del decennio nel settore media, include una clausola non da poco: una break-up fee (penale di rottura) di ben 5 miliardi di dollari. Tale somma, insolitamente elevata, non è solo un deterrente, ma un chiaro segnale di quanto i vertici di WBD (e forse quelli di Netflix) siano consapevoli delle montagne russe che si prospettano sul fronte regolatorio.

Per dare un riferimento, attualmente l’azione WB- Discover quota 24 dollari, per cui il premio sarebbe molto interessante:

Quotazione Warner Bros Discovery – Tradingeconomics

La vittoria tattica e il sorpasso sulla concorrenza

Il successo di Netflix rappresenta un clamoroso ribaltone. Soltanto due mesi fa, la possibilità che Paramount si aggiudicasse WBD sembrava quasi una conclusione scontata. Non solo: il co-CEO di Netflix, Greg Peters, aveva in passato espresso un cauto scetticismo verso le grandi fusioni mediatiche, bollando il loro track record come “non eccezionale”.

Oggi, l’azienda che “non credeva” nelle grandi fusioni si appresta a inglobare una delle più grandi major di Hollywood, un atto che ridefinirà gli equilibri di potere nel settore.

Cosa finisce nel carrello della spesa di Netflix:

  • Studio Storici: Gli storici studi cinematografici Warner Bros.
  • Piattaforme di Streaming: HBO Max., Discovery, WB
  • Proprietà Intellettuali (IP) Ereditarie: Un vero e proprio tesoro, inclusi Harry Potter e l’intero DC Universe.

Netflix, che un tempo sognava di assomigliare a HBO nella produzione di contenuti di qualità, si trova ora nella posizione di poterne diventare il proprietario. È una mossa che, se da un lato offre asset inestimabili per la produzione di contenuti, dall’altro solleva immediatamente la questione cruciale della concentrazione di mercato.

Il fattore rischio: un assalto al fortino antitrust

È proprio la volontà di accettare una break-up fee così mastodontica a sottolineare la posta in gioco e il rischio normativo. L’operazione affronterà un esame antitrust rigidissimo da parte del Dipartimento di Giustizia (DOJ) statunitense e della Federal Trade Commission (FTC).

Le preoccupazioni non sono puramente teoriche. Diverse figure politiche di spicco, tra cui il deputato repubblicano Darrell Issa e il procuratore generale della California Robert Bonta, hanno espresso pubblicamente il loro allarme. Il nocciolo della critica è sempre lo stesso: un’ulteriore consolidazione in questo mercato strategico potrebbe danneggiare la concorrenza, diminuire gli incentivi a produrre nuovi contenuti e minare le opportunità per i professionisti di Hollywood.

In termini schiettamente economici, si teme che il nuovo super-gigante non gioverebbe ai consumatori né alla salute generale del sistema produttivo del content creation. Non a caso, la borsa ha reagito con un certo nervosismo: le azioni Netflix sono calate del 5% il giorno in cui gli investitori hanno realizzato che la prospettiva di un accordo si faceva concreta.

Vi è poi l’incognita del business cinematografico teatrale. Netflix, notoriamente restia al modello tradizionale della sala, ha promesso di onorare gli obblighi di Warner Bros. in tal senso. Tuttavia, l’ambiente di Hollywood non si fida, paventando danni irreparabili.

Dietro le Quinte: Una Telenovela Aziendale

Infine, non si può ignorare il velo di sgradevolezza che ha avvolto le fasi finali della gara. Paramount, sentendosi tradita, ha inviato una dura lettera a David Zaslav, CEO di WBD, sostenendo che il processo di offerta fosse stato “viziato da conflitti manageriali” e orientato verso un esito predeterminato.

Questa mossa disperata di Paramount, che aveva tentato di aggirare i rivali con un’offerta anticipata a $19 per azione (poi respinta), mostra come nel mondo dell’alta finanza, l’etica e la correttezza siano spesso subordinate alla realpolitik del potere e del prezzo. Paramount, che pure dispone di un asso nella manica (la possibilità di rivolgersi direttamente agli azionisti di WBD o di vantare una chiusura più rapida), deve ora capire se la partita è davvero chiusa.

Il mondo attende di vedere se l’appetito di Netflix per il monopolio sarà saziato, o se il Guardiano della Concorrenza deciderà che c’è già troppo potere concentrato in un unico, vorace, streamer.

Domande e risposte

Quali sono i principali ostacoli normativi che Netflix deve superare? L’ostacolo principale è rappresentato dalle autorità antitrust statunitensi (DOJ e FTC). Il timore è che l’unione di due giganti riduca drasticamente la concorrenza nel mercato dello streaming e della produzione di contenuti, portando a danni per i consumatori (minore varietà, potenziali aumenti di prezzo) e per i professionisti di Hollywood. L’entità della penale di rottura di 5 miliardi di dollari inclusa nell’accordo è un indicatore diretto dell’alto rischio percepito in merito all’approvazione regolatoria.

Perché questa acquisizione è così significativa per il panorama mediatico? L’acquisto di Warner Bros. Discovery da parte di Netflix non è un semplice accordo finanziario, ma una ridefinizione radicale del settore. Netflix otterrebbe il controllo di asset storici (studi Warner), un rivale diretto nello streaming (HBO Max) e, soprattutto, un catalogo di proprietà intellettuali di valore inestimabile come Harry Potter e l’universo DC. Ciò conferirebbe a Netflix un potere senza precedenti su produzione, distribuzione e proprietà dei contenuti, consolidando la sua posizione dominante nel mercato globale dell’intrattenimento.

Qual è stato il ruolo della concorrenza nel processo di offerta e perché Paramount ha protestato? Il processo è stato un’accesa “bake-off” a tre round tra Netflix, Paramount e Comcast. Netflix ha vinto aumentando l’offerta a 30 dollari per azione. Paramount ha protestato inviando una lettera al CEO di WBD, accusando il processo di essere stato “viziato” e orientato in anticipo verso Netflix. Paramount, che aveva cercato di chiudere l’affare rapidamente, si è sentita penalizzata, forse perché il management di WBD favoriva Netflix o per dinamiche interne che hanno accelerato il processo in modo sfavorevole ai concorrenti.

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