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Euro crisis

Il neocolonialismo tedesco e gli squilibri di bilancio europei: se Renzi fallisce nel convincere la Germania a rinnegare l’austerity l’Europa è finita

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Mi sono reso conto che esiste un po’ di confusione in relazione a cause ed effetti dell’austerità e, prendendo spunto da un commento scritto di getto, vorrei sintetizzare un concetto chiave relativamente al fatto che la moneta unica sia vantaggiosa solo per la Germania: l’austerità imposta dal centro dell’Europa alla periferia e lo squilibrio delle partite correnti intra-EU sono tutti figli dello stesso male, ben pianificato…

Dunque, secondo chi scrive se ci fosse una piena mutualizzazione dei debiti, senza se e senza ma intendo, la situazione europea si potrebbe in qualche modo aggiustare. La verità è che bisognerebbe dire “scurdammoce ‘u passato…”, ognuno ha il debito che ha ed in solido lo garantiscono tutti i paesi UE (mutualizzazione). Per inciso, il passo della piena mutualizzazione fu quello che precedette la creazione dello Stato federale degli Stati Uniti d’America, secondo gli amici d’oltreoceano passo fondamentale per una vera Unione anche politica (che fu il passo successivo). Chiaramente tale passo è proprio quello che i tedeschi NON vogliono fare.

 

Detto questo, premessa importante per comprendere la razionale asimmetria nei comportanti europei attuali, chi scrive è fautore della teoria secondo cui la Spagna è stata salvata oggi dai tedeschi in quanto nei primi 8 anni dell’euro ha di fatto salvato l’industria tedesca grazie i consumi iberici spropositati, essendo stato questo il vero elemento che ha indebolito l’euro dalla sua nascita fino al 2008 attraverso l’affossamento del surplus delle bilancia commerciale aggregata dell’UE (la bilancia dei pagamenti scontava enormi investimenti – soprattutto immobiliari – verso la Spagna che edulcoravano gli effetti di cotanta importazione), la Spagna è stata per anni ben più cicala degli USA a livello pro capite (giunse vicina ai 100mld di deficit di trade balance annuale nel 2007/08 se ricordo bene su circa 40 milioni di abitanti, grazie a tale deficit la valuta europea non è decollata). Oggi la Spagna viaggia allegramente a oltre il 5% di deficit statale e debito ca. 100% del PIL, oltre che ad un 50%+ di disoccupazione giovanile…. E nessuno a Berlino dice nulla.

Secondo chi scrive il problema degli squilibri delle partite correnti è un non problema in quanto è irrisolvibile. Ossia, il problema parte da lontano, più precisamente – come ben spiegato da Martin Wolf – dalla crisi russa ed asiatica. Da quel momento gli emerging markets hanno smesso di accumulare deficit di partite correnti con cui invece si finanziava l’occidente. E quindi l’occidente ha dovuto accumulare corrispondenti deficits. E questo, non a caso, è coinciso con il passaggio di Hong Kong alla Cina oltre a rappresentare l’estrema conseguenza del bombardamento USA all’ambasciata cinese a Belgrado, un vero atto di guerra non dichiarata di cui oggi gli USA pagano indirettamente le conseguenze (mia considerazione; la presidenza di Bill Clinton ha fatto più danni di quanto si possa pensare, e meno male che la Levinsky lo ha sotto certi versi bloccato). Oggi tutto l’occidente è afflitto dallo stesso male che si chiama deficit nella bilancia dei pagamenti, tutti i paesi tranne la Germania che sfrutta un euro più sottovalutato di quello che dovrebbe essere se il paese di Goethe fosse da solo. In questo contesto la Germania ha più bisogno dei periferici di quanto si possa pensare! [ed è per questo che spingo a sfidarla, non reagirà]

Ora , per risolvere il problema del deficit di partite correnti/bilancia commerciale si hanno due soluzioni:

  • la prima, rivalutare l’euro, con conseguenza che l’Europa imploderebbe, a partire dagli esportatori di prodotti a basso valore aggiunto (prima l’Italia, seconda la Francia, poi in coda Germania e Svizzera, con cui esiste un peg con l’euro non dichiarato);

  • la seconda, costringere chi sta bene – leggasi la Germania – a consumare [questo è un controsenso storico, la Germania non consuma quando vede incertezza e crisi].

Dunque, siamo senza soluzioni definitive ma solo parziali e l’eurobond è una di queste (gli eurobonds di fatto allenterebbero di molto la spirale depressiva nei periferici, i quali potrebbero ricominciare a crescere ed a consumare pur senza annullare il debito e senza rinnegare il fiscal compact, che però in tale caso sarebbe meno pesante, vedasi sotto). Anche in caso di piena mutualità del debito, la barriera del 3% nel deficit statale rimarrebbe probabilmente come limite inderogabile per ogni Stato; ci potrebbe invece essere una riduzione dei tassi pagati dai paesi debitori potendosi avvicinare ai tassi tedeschi (in caso di garanzia europei sui debiti dei singoli stati per l’Italia lo spread sarebbe probabilmente ridotto a ca. Bund+50bp vs. ca. Bund+155 bp attuali, ossia l’Italia con la garanzia implicita europea potrebbe risparmiare a regime ca. 20 mld € annui, circa il 60% del costo annuale del fiscal compact).

Faccio notare un aspetto fondamentale, poco notato dai più: ossia che il colonialismo è stato vinto definitivamente nel 1998 con il fallimento della Russia e con il passaggio della perla del capitalismo occidentale in Oriente, Hong Kong, alla Cina. Fatto quest’ultimo che ha permesso di dare continuità ai flussi di capitale verso l’Asia (la precedente discontinuità ciclica dei capitali – a singhiozzo – attuata dall’occidente tramite le banche sistemiche fu uno dei motivi delle ricorrenti crisi finanziarie dei mercati in via di sviluppo – soprattutto asiatici – negli ultimi 50 anni, bloccando di fatto la loro crescita organica).

Dal 1998 in avanti possiamo dire che i paesi emergenti hanno veramente smesso di vendere materia prima per comprare semilavorati dal mondo occidentale/centro dell’impero, ossia hanno smesso di applicare il modello coloniale che di fatto li mandava costantemente in deficit delle partite correnti (con parallelo surplus britannico, con cui erano centralizzati gli scambi economici e soprattutto di materie prime nell’epoca dell’impero).

Questo era in soldoni l’essenza del modello coloniale britannico (che la Germania voleva mutuare nel 1914 e nel 1939 alleandosi/sostituendosi agli UK, in contrapposizione con la potenza nascente, gli USA). E cito questo esempio perchè è lo stesso modello, inapplicabile oramai agli emerging ricchi e potenti – normalmente detengono le materie prime, molto spesso anche armi nucleari – che rischia di venire applicato oggi dalla Germania nell’UE, la nuova materia prima oggi è la manodopera a basso costo per produrre beni ad alto valore aggiunto a nord del Gottardo, con paralleli consumi di sussistenza senza accumulo di ricchezza da parte della popolazione dei paesi periferici i quali tendenzialmente si dovrebbero focalizzare su attività terziarie e manifatturiere a basso valore aggiunto (mandando appunto i periferici in costante deficit delle partite correnti – ed in periodi di crisi economica pur anche statale). E’ solo questione di tempo prima che i competitors manifatturieri della Germania vengano messi sotto attacco. Questo è il piano, che ricalca alla perfezione quello nazista di W. Funk sebbene in una versione aggiornata e corretta. Ossia, il deficit delle partite correnti dei periferici è un non problema perchè è espressamente voluto dalla Germania che detta le regole dell’austerity in EU (dove guarda caso le elites attuali sono i nipoti e pronipoti dei nonni nazisti che MAI e ripeto MAI furono considerati traditori della Patria).

Da un collega tedesco con cui disquisivo sull’origine della moneta unica mi fu detto che non dovevo stupirmi di quanto stava accadendo ai nostri giorni, la moneta unica era un’invenzione tedesca (nazista, piano economico per l’Europa comune del terzo Reich, ma loro non pronunciano mai queste parole, troppo ipocriti).

D’altronde, visto che è ormai provato che l’austerità non serve per la crescita, qualcuno dovrebbe spiegarci perchè si fa tanta fatica a negarla. La risposta è semplice, perchè conviene alla Germania, il novello alleato degli USA di Obama contro l’orso russo (poveri illusi ‘sti americani, a fidarsi a lungo termine dei tedeschi una volta liberati dalle briglie ….).

In ragione di tutto quanto sopra esposto bene fa Renzi a richiedere alla Germania flessibilità non solo per l’Italia ma per tutti quei paesi europei che non possono sfoggiare attivi di bilancio come fa invece la Germania: la cosa gravissima è che fino ad oggi nessun leader europeo abbia osato sfidare la Cancelliera. Avranno tutti paura?

Spero di avervi riportato sulla terra, chi scrive ritiene che quanto sta capitando oggi sia semplicemente un piano ben congegnato frutto degli insegnaenti della storia. Sta a chi subisce opporsi.

Mitt Dolcino


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