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MONETIZZAZIONE DEBITO PUBBLICO: dopo il via di Pisani-Ferry e Blanchard dobbiamo accellerare l’arrivo all’economia reale

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Un recente articolo di Pisani-Ferry e Blanchard su VOX spinge a non andare nel panico se le banche centrali iniziano a monetizzare il debito. I concetti esposti sono interessanti e,  in generale, condivisibili. Possiamo condensarli come segue:

  • in una situazione in cui i tassi di interesse sono pari a zero debito e moneta diventano quasi intercambiabili;
  • non c’è quindi nessuna minaccia che viene a sorgere dall’attività di monetizzazione delle banche centrali, anzi l’attività della BCE, che con il PEPP acquista titoli fino a 750 miliardi da tutta la UE, interrompendo temporaneamente diversi limiti auto-imposti, è l’unica forma di condivisione dei rischi accettata ed accettabile a livello europeo;
  • l’importante è che la finalità di lungo periodo degli istituti centrali abbiano come obiettivo la stabilità monetaria, quindi che siano in gradi di reagire se si incrementa l’inflazione. In questo caso la BC può reagire o remunerando i depositi monetari, quindi “Prosciugando” moneta dal sistema, cosciente che l’inflazione abbasserà comunque il peso del debito pubblico sull’economia.

Si tratta di parole di buon senso e di logica, rivolte soprattutto al mondo europeo, in quanto sia per quello Nord Americano, sia per l’Estremo Oriente, si tratta di pratiche comunemente accettate e svolte nei momenti di crisi. Purtroppo esiste una parte del mondo europeo che non riesce a superare il concetto che la forzata scarsità di moneta sia una iattura, non un vantaggio.

Fatta quest’utile premessa abbiamo però un problema di trasmissione. Nel tempo le norme comunitarie  e la concettualizzazione del bilancio pubblico come fortemente “Limitato” hanno condotto ad una situazione in cui perfino la monetizzazione del debito risulta procedere ad un passo troppo lento. Il divieto, specifico ed insuperabile perchè statutario, per la BCE di acquistare direttamente debito dagli stati, cosa che invece può fare dalle società private, viene comunque a rendere il meccanismo lento e farraginoso, richiedendo l’intermediazione di un ente creditizio francamente superflua nei momenti emergenziali come  l’attuale. Quando sarebbe necessario far giungere ai famiglie ed aziende fondi in modo immediato , direi istantaneo, non sarebbe più logico emettere una forma  di debito direttamente circolante fra privati e, su necessità , scontabile dal sistema bancario presso la BC? Questo renderebbe l’effetto della massa immessa immediatamente efficace e disponibile, utilizzabile per non distruggere il patrimonio aziendale esistente, cioè il capitale cumulato nei secoli dal nostro sistema economico. L’emissione potrebbe perfino avvenire da parte di un ente di diritto pubblico esistente e la tecnologia permette ormai la trasferibilità di titoli di credito in modo istantaneo e sicuro: in poco tempo potremmo trasferire quelle risorse finanziarie che, in un mese, non sono ancora giunte nè ai consumatori nè alle aziende, distribuendo speranza che questa crisi venga presto superata. Oggi la vera risorsa scarsa è proprio la speranza.


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