Euro crisis
L’esempio della Grecia nella trasformazione di un paese sovrano in una colonia di manodopera a basso costo solo consumante e non risparmiante: il caso dell’eliminazione del contante
La Grecia sta diventando un casus belli, ossia rappresenta bene gli effetti – anche i più deleteri sebbene non necessariamente voluti in prima battuta – del progetto eurotedesco atto ad imporre a proprio vantaggio la lex monetae eurica in ambito continentale, togliendo sovranità ai singoli paesi attraverso politiche suicide (omicide?) basate sull’austerità. Lo scopo, come dimostrato in precedenti interventi*, è solo quello di accumulare benessere oltre Gottardo, una crisi come quella del 2008 avrebbe fatto deragliare il progetto tedesco di salvataggio e riconversione dell’ex DDR ancora in sottosviluppo rispetto al resto della Germania e così, diligentemente, i politici tedeschi hanno sacrificato l’Europa ai propri interessi, mi pare logico ed anche rimarchevole non fosse che NON sono tedesco.
Probabilmente l’errore teutonico è stato sottovalutare cosa poteva capitare in Grecia, ossia mettere in evidenza lato ellenico un vero e pubblico rifiuto per l’Europa: il fenomeno austero asservito agli interessi tedeschi doveva essere impercettibile ed invece sta diventando una valanga. Bene, dopo uno sbandamento di un anno ecco la soluzione: continuare per la strada intrapresa, al diavolo i Greci, che finiscano alla fame, non importa. Il progetto euro deve continuare, non devono uscire Italia e Francia. Anzi l’Italia bisogna anche comprarsela a basso prezzo prima che crolli l’euro**, gli imprenditori italiani sono così spaventati dalla macchina fiscale italiana, dalle tasse, dall’austerità imposta dagli stessi che ci vogliono comprare, che se pagati opportunamente venderanno. E la Germania deve acquistare, in un mondo con i tassi a zero i soldi si trovano soprattutto per Berlino. Punto e finito.
Questa è la dura realtà, in queste poche righe c’è la storia recente dell’Europa, ancora una triste storia: come sempre quando la Germania diventa troppo potente il Vecchio Continente va in malora in qualche modo.
Il caso greco della moneta è interessante: per evitare il caos, ossia una deriva autoritaria che potrebbe non essere necessariamente pro Europa se non fomentata – ovvero coordinata – con chi è veramente in grado di gestire un eventuale golpe in Europa di qualsiasi paese esclusi gli UK ed i paesi intrinsecamente nazionalisti [parlo del dominus americano, ndr] bisogna controllare gli strumenti che regolano domanda ed offerta, ossia la disponibilità di moneta. Che significa, per evitare il caos ad Atene bisogna evitare solo una cosa (visto che mantenere l’euro come propria valuta in Grecia oggi non ha più alcun significato pratico per i greci): evitare il mercato nero.
Appunto, l’unico modo per evitare il caos controllando i flussi di denaro è limitare il contante, sebbene nel medio termine i greci non verseranno più in banca quanto incassato in moneta – soprattutto i commercianti, dopo l’estate e l’arrivo dei turisti – per cui il mercato nero è destinato a diventare sempre più pervasivo a fine stagione (viste le esperienze della chiusura prolungata degli istituti di credito, chi volete che versi i propri soldi sui conti bancari in Grecia in futuro….), con inevitabili effetti inflazionistici in presenza di una ridotta offerta ad esempio causata dal malfunzionamento di un’economia locale, quella greca, che ricordo sempre NON è autosufficiente e quindi deve comprare dall’estero, ossia è prona a shock più che di domanda – sebbene bassa – di offerta data dalla semplice indisponibilità dei beni, vedi l’articolo illuminante di Kathimerini**** su cosa attende la Grecia dopo il ritorno dei turisti in patria. Se mancano i soldi in banca, come si fa ad importare? Vedremo…
Da leggere l’articolo di teleborsa di oggi al riguardo, riportato in figura sopra***. Per le conseguenze, ricordando l’articolo di Kathimerini****, ne riparliamo dopo le ferie, da novembre in avanti.
Mitt Dolcino
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**** https://scenarieconomici.it/inflazione-e-colpo-di-stato/
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