Seguici su

Esteri

Macron decide comunque di inaugurare il Salone dell’Agricoltura. Caos nonostante la presenza di quasi 1000 poliziotti

Macron vuole comunque inaugurare il Salone dell’Agricoltura a Versailles, nonostante le proteste già annunciate. L’apertura c’è stata coon ore di ritardo e di fronte a un impressionante cordone di polizia. Proteste anche violente, lo scontro non è finito

Pubblicato

il

La partecipazione di Macron al salone dell'agricoltura di Versailles è stata un disastro epocale
La partecipazione di Macron al salone dell'agricoltura di Versailles è stata un disastro epocale

La partecipazione di Macron al salone dell’agricoltura di Versailles è stata un disastro epocale, con sommosse al limite della rivoluazione, la necessità di oltre 1000 poliziotti per liberalo, il salone chiuso al pubblico e assediato dagli agricoltori infuriati che hanno anche portato letame all’interno. Del resto gli agricoltori manifestanti lo aspettavano

Erano le 8 di sabato quando diverse decine di persone si sono riversate nella Sala 1 del Salone dell’Agricoltura, credendo di aver intravisto Emmanuel Macron. L’ondata furiosa si è riversata lungo i corridoi, spaventando le limousine e attaccando il cordone di polizia. Sono piovuti insulti e colpi. “Siamo a casa”, hanno gridato alcuni di loro, riprendendo uno slogan del RN. Bandiera FNSEA in pugno, berretto giallo del Coordinamento rurale (CR) in testa. Il Presidente non c’è, è in riunione al secondo piano dell’edificio con una dozzina di sindacalisti agricoli, lontano dal frastuono. Dovrà rimanere lì per tutta la mattina. Questo è lo scenario del caos mattutino.

L’intenzione era chiara: impedire al Capo di Stato di visitare la manifestazione come vuole la tradizione. Di fronte alla minaccia di violenza, sono stati mobilitati dai 700 agli 800 poliziotti e gendarmi. Si trattava di una prima volta per l’evento familiare di Porte de Versailles.

Ore 9: il nastro blu, bianco e rosso che segna l’ingresso ufficiale è intatto. Emmanuel Macron viene avvisato. La visita era fuori discussione. I sindacati devono placare le loro truppe. Davanti alle telecamere dei telegiornali, fa appello alla calma e svela le ultime misure di emergenza per spegnere l’incendio che da un mese sta divorando le fattorie. Ma le truppe non lo ascoltano, continuano a urlare infuriate, lo aspettano, chiedono le sue dimissioni, lo insultano…

Macron ha sbagliato tutto

Ricordiamo che i sindacati avevano rifiutato una grande discussione pubblica con Macron e il dibattito era stato annullato. Gli scritti alle associazioni agricole temevano che si trasformasse in una specie di passerella per il presidente. Invece Macron ha provato nuovamente a manovrare gli agricoltori a proprio favore, senza concordare colloqui privati. Un disastro totale.

Ancora arroccato al secondo piano, il Capo di Stato ha convocato nuovamente i sindacalisti e i loro rappresentanti per una discussione informale… ma questa volta davanti alla stampa, cioè esattamente quello che NON volevano agricoltori e i loro sindacati. La FNSEA non voleva il “grande dibattito” nel recinto del bestiame? Quindi abbiamo optato per un formato più piccolo.

La potente federazione ha ingoiato la rabbia e ha ottenuto una smentita formale dal Presidente davanti alle telecamere: no, ha tuonato, non ha mai voluto invitare gli attivisti di Soulèvements de la Terre al “grande dibattito”. Arnaud Rousseau, presidente del sindacato, lo aveva avvertito mercoledì pomeriggio durante un incontro all’Eliseo: “Dobbiamo incontrarci prima del Salone, per chiarire le cose, in modo che le cose vadano il più possibile bene”. Non è così semplice…

La discussione è molto vivace e il presidente dà del tu, controbatte, usa pennarelli, sente le critiche, il tutto trasmesso nei video interni. La tecnica è quella collaudata dal tempo dei gilet gialli. Fa parlare tutti, poi li contraddice fortemente. Qui dice:  “L’azienda agricola francese rimane forte, produce. Non è vero che sta cadendo a pezzi”. Fischi! E risponde, a lungo, punto per punto. Si è parlato di tutto: Ucraina, norme, pesticidi, prezzi minimi, suicidi di agricoltori.

Si avvicina l’ora di pranzo e il nastro resta ancora da tagliare. Il presidente cerca di mandare i rappresentanti a parlare con le migliaia di manifestanti che aspettano e protestano.  Alcuni membri dello staff dell’Eliseo cercano di dissuaderlo dal vagare tra le mucche. La situazione era troppo instabile.Macron decide di inaugurare le singole sale.

Gli spettatori anche pacifici, come le donne normanne presenti ai loro stand, vengono sostituite da forze dei corpi speciali della polizia. Alle 13.30 è stato tagliato il nastro. La polizia e i gendarmi hanno formato un’impressionante “bolla” intorno alla delegazione ufficiale, mostrando un’inaugurazione fatta per le forze dell’ordine, non per gli agricoltori. . Per un centinaio di metri non si vedevano curiosi. Le autorità erano isolate dalla folla, ma non dalle grida.

Nel caos il presidente reagisce, ma politicamente: dà la colpa di tutto al Rassemblement National, il partito di opposizione della Le Pen e di Bardella, che avrebbe organizzato le manifestazioni per rovinargli l’occasione ufficiale. In realtà ormai gli agricoltori sono incontrollabili, perfino dai loro sindacati, e sono furiosi contro un sistema franco-europeo che toglie loro qualsiasi futuro.

Oggi Bardella visita il Salone, sicuramente avrà una buona accoglienza, ma solo perché è contrario a Macron. Lui, e il potere globalista europeo, sono visti come i nemici dagli agricoltori.


Telegram
Grazie al nostro canale Telegram potete rimanere aggiornati sulla pubblicazione di nuovi articoli di Scenari Economici.

⇒ Iscrivetevi subito


E tu cosa ne pensi?

You must be logged in to post a comment Login

Lascia un commento