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Macron annuncia revisione del Servizio Civile Giovanile per spingere i giovani nelle Forze Armate

Macron annuncia la riforma della SNU, il servizio civile giovanile, ch dovrebbe integrarsi di più con l’esercito, fornendo membri per le forze armate e , soprattutto, per la Riserva.

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In un’intervista pubblicata questo sabato da diversi quotidiani regionali francesi, Emmanuel Macron ha dichiarato che annuncerà “nelle prossime settimane un’importante revisione” del servizio nazionale universale (SNU). Questo “corrisponderà alle esigenze della nazione e alle priorità individuate”, ha dichiarato.

Previsto per il 2026, il servizio nazionale universale è una sorta di preparazione al servizio civile/paramilitare che dovrebbe allargarsi ai ragazzi dai 15 ai 17 anni che potrebbero prepararsi, su base volontaria, alle attività di servizio civile, militare e anche socializzare.

Nella sua forma attuale è stato fortemente criticato in un rapporto della Cour des Comptes dello scorso settembre. La sua revisione dovrebbe consentire “ai giovani volontari di imparare con le forze armate e di rafforzarne i ranghi”, rendendolo più omogeneo alle forze armate e al loro arruolamento.

Da 40.000 a 100.000 riservisti, ma addio definitivo al Servizio di Leva

Raduno della SNU

Tuttavia, questa revisione non avrà nulla a che fare con un eventuale ritorno al servizio militare obbligatorio, abolito nel 2001. Questa “non è un’opzione realistica”, afferma il Capo di Stato in questa intervista. E a ragione, spiega Emmanuel Macron: a suo avviso, la Francia “non ha più le basi, non ha più la logistica” per reintrodurre il servizio di leva. “Una volta intrapresa la strada della professionalizzazione delle nostre forze armate, che sono focalizzate sulle operazioni, riutilizzarle per controllare 800.000 giovani […] non è assolutamente un approccio efficace”, spiega.

Per questo motivo, il Presidente della Repubblica auspica un “impegno a lungo termine da parte dei francesi”. “Esamineremo le leve della mobilitazione civile”, spiega Emmanuel Macron, assicurando di voler ‘consolidare’ la ‘mobilitazione della società di fronte alle crisi’.

Per migliorare la protezione militare Macron punta al rafforzamento della Riserva dell’Esercito, “sarà lanciata una campagna di comunicazione” per far crescere le riserve militari. L’obiettivo è quello di portare il numero dei riservisti operativi dagli attuali 40.000 a 100.000 entro il 2035, vale a dire un riservista ogni due soldati, rispetto all’attuale uno ogni sei.

Reintroduzione del servizio militare: un’idea dibattuta in Europa e in Francia

Il dibattito sulla reintroduzione del servizio militare obbligatorio è tornato prepotentemente in diversi paesi vicini alla Francia, tra cui la Germania, in un momento in cui gli europei hanno deciso di rafforzare massicciamente la loro difesa di fronte al ritiro degli Stati Uniti.

Secondo un recente sondaggio del think tank Destin commun per Ouest-France, il 61% dei francesi intervistati è “favorevole alla reintroduzione di una qualche forma di servizio militare obbligatorio”.

L’ex primo ministro Edouard Philippe, alleato di Emmanuel Macron e candidato dichiarato a succedergli nel 2027, da parte sua ha proposto “la creazione di un servizio militare volontario, che consentirebbe di formare almeno 50.000 uomini e donne in più ogni anno”.

All’inizio del 2024, il governo allora guidato da Gabriel Attal aveva avviato i lavori per estendere la SNU, un progetto caro al Capo dello Stato rivolto ai giovani di 15-17 anni, all’inizio dell’anno accademico 2026. Da allora, però, lo scioglimento dell’Assemblea nazionale e l’assenza di una maggioranza parlamentare, così come le restrizioni di bilancio, sembrano aver suonato la campana a morto per questa ambizione.

Emmanuel Macron ha preso atto di questa nuova situazione a gennaio, quando ha tenuto un discorso alle forze armate, chiedendo al governo e allo stato maggiore delle forze armate di presentare, entro maggio, proposte per “consentire ai giovani volontari di imparare con le forze armate e di rafforzarne i ranghi”, se necessario.

Il Ministro delle Forze Armate, Sébastien Lecornu, da parte sua ha suggerito di “rafforzare” la riserva militare a 100.000 persone, per passare dall’attuale “un riservista ogni sei militari attivi” a “un riservista ogni due militari attivi”. “Il presidente francese ha dichiarato alla stampa regionale di voler “consolidare” la “mobilitazione della società di fronte alle crisi”.

Il servizio dei Riservisti sarebbe una sorta di via di mezzo fra la reintroduzione del servizio militare obbligatorio, un passo molto costoso, e il servizio puramente volontario. Bisogna però vedere sia come collegarlo al SNU, sia come renderlo attrattivo per i giovani, soprattutto per quelli nullafacenti che attualmente ammorbano le banlieu francesi.


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