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“Ma tu, chi rappresenti?”. Giorgetti fa a Speranza la domanda che milioni di italiani vorrebbero fare

“Ma tu , chi rappresenti”, la domanda di milioni di italiani a Speranza

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Come riportato da diverse fonti il CdM di ieri , quello che poi ha portato al “Rischio ragionato” delle parziali riaperture, è stato molto movimentato. Finalmente sono state messe alcune cose in chiaro che, finora, nessuno aveva avuto il coraggio di dire apertamente.

Da ul lato abbiamo una parte politica, la Sinistra di Speranza, che vuole usare le chiusure non per fattori di carattere scientifico, ma per danneggiare politicamente l’avversario, cioè la Lega di Salvini. Dall’altro finalmente, magari con qualche stimolo, Giorgetti ha preso le difese di milioni d’italiani allo stremo ed ha fatto, secondo Libero, la domanda che  una grossa fetta della popolazione si sta facendo da tempo:

“Noi dobbiamo rispondere a chi non ce la fa più. Noi della Lega rappresentiamo certi mondi economici, tu chi rappresenti?”

Perchè, chiediamocelo, chi rappresenta Speranza? Articolo 1 ? Un partito che rappresenta una fetta secondaria dell’ex PD anti renziano e che è già nel passato politico del Paese? Quale parte sociale del paese porta in Parlamento e nel Consiglio dei Ministri il  rappresentate alla Sanità? I lavoratori protetti che non hanno nulla da rischiare ? I pensionati benestanti come il suo padre-padrone politico Bersani? Sicuramente non rappresenta i nuovi proletari, cioè i piccoli imprenditori dei servizi, della ristorazione, dell’artigianato e del commercio danneggiati dal Covid 19.

L’Italia è al limite dell’esasperazione e le aperture parziali che partiranno dal 26 aprile almeno danno una speranza, quella vera, per il futuro. Lo Speranza ministro è , invece, solo il rappresentante di una piccola classe garantita che, basandosi sui propri pregiudizi verso il popolino che lavora, vorrebbe tenerlo in prigione per sempre. Ringraziamo che, per fortuna, c’è chi si ricorda della classi più basse e ne porta le istanze in Consiglio dei Ministri, visto che il Parlamento sembra ormai esautorato.

Qui sta l’errore della Meloni: con Camera e Senato ridotti ad assistere, fin al tempo dei DPCM; se bisogna dire qualcosa la si deve dire nel governo. La sua è stata un’occasione persa.

 


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