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M.G. Maglie: il progetto cinese di dominio del mondo

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Le recenti parole dell’accademico cinese, con la dichiarazione della vittoria della Cina nell “Prima guerra biologica” con l’Occidente, danno credito a coloro che pensano che tutto questo non sia stato altro che una mossa ostile della Cina nei confronti degli altri peesi, voluta o meno, ed un tentativo di assicurare la propria egemonia.  Maria Giovanna Maglie: “Partirò da una breve introduzione che ho scritto nell’estate dell’anno scorso a un ebook che ho chiamato “Il mostro cinese”: ‘La Cina è colpevole. XI Jinping ha nascosto i tempi, i modi, la diffusione e la gravità di un virus che ha finito col devastare la #salute e l’ economia del mondo intero, che ha provocato lutto e dolore, che ha colpito per prima e nel modo più violento l’Italia, e le cui conseguenze abbiamo appena incominciato a vedere. Oggi più di cento Paesi hanno chiesto un’indagine internazionale, ma l’Italia (fino a poco fa, quando c’è stato il Conte 2) aveva deciso di non volere verità e giustizia per i nostri morti e per i danni incalcolabili provocati dalla pandemia’. La Cina per questo crimine dovrebbe essere chiamata dalle sue vittime, ovvero dai Governi e dalla pubblica opinione mondiale, a pagare il prezzo che è giusto debba pagare alla fine di un giudizio nel quale affiori almeno una parte della verità. Io non lo so se affiorerà tutta la verità. E vi devo anche dire che non mi interessa se questo virus è prodotto in laboratorio, è scappato dal laboratorio, scappato in un mercato. Quello che interessa è come si sono comportati dopo: l’impudenza del regime comunista e anche è necessario dire la debolezza, una sorta di volontà di compiacere dell’occidente. Chi dovesse oggi credere che per la Cina essere stata così palesemente sbugiardata nelle sue responsabilità e insabbiamenti le abbia comportato una mortificazione si sbaglierebbe. Il regime comunista e Xi Jinping proprio non ci pensano nemmeno a ritenersi responsabili. Al contrario, la Cina non è mai stata così convinta di poter sostituire il suo modello a quello dominante nel mondo: noi dobbiamo avvertire questo rischio. Ovvero sostituire il modello liberale con quello autoritario comunista. Non è mai stata così convinta di poter speculare sul declino che ritiene inevitabile delle democrazie occidentali e della potenza americana, anche attraverso quelle cose che oggi noi chiamiamo politically correct”.

 

 


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