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Attualità

L’Università muore nel silenzio (Intervento di Paolo Becchi)

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L’università italiana va verso la sua dismissione, e tutto questo nel silenzio. La maggior parte delle università, nel disinteresse più totale, ha deciso di non iniziare le lezioni dal vivo, ma di proseguire con la modalità da remoto, lasciando solo pochissime ore di contatto diretto fra il docente e gli studenti.

Tutto il concetto di didattica dal vivo viene cancellato e non è più una situazione di emergenza com’era la scorsa primavera, in questo caso avremo matricole che entra in università e, praticamente, non vedranno mai il proprio docente. Una vera truffa, anche perchè gli studenti pagano per una didattica reale, di persona, nelle aule, e si trovano in modo surrettizio un’università telematica: niente di male, ma bisogna dirlo prima, non si può giocare sull’equivoco.

Invece tutto questo è avvenuto in modo nascosto e surrettizio, senza che nessuno dicesse nulla. Secoli di tradizioni di insegnamento vengono messe da parte dalla sera alla mattina, anche per facoltà, come medicina, un cui l’insegnamento di persona è necessario.

Siamo sicuri che questa sia la vera soluzione? Non è che si vuole distruggere l’ennesimo momento di aggregazione e di socializzazione, Ognuno tristemente isolato a casa propria, nella solitudine della propria cameretta, e tutto questo senza considerare la difficoltà di tenere sezioni d’esame serie e significative, anche tenendo conto di eventuali problemi tecnici

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