Economia
Lockheed Martin punta su Arabia Saudita ed Emirati Arabi per il F-35 MkII: Una minaccia per i programmi europei
Esclusa dai programmi USA di sesta generazione, Lockheed Martin lancia il “Super F-35” e cerca finanziamenti in Arabia Saudita, Qatar ed Emirati Arabi Uniti, minacciando i programmi europei GCAP e SCAF.

Lockheed Martin, colosso della difesa statunitense, sta ridefinendo la sua strategia globale dopo aver perso importanti contratti per i velivoli di sesta generazione negli Stati Uniti. L’azienda intende ora sviluppare una versione avanzata del F-35, il “F-35 MkII” , “F-35 Plus”o “F-35 Nascar”, e sta cercando finanziamenti e partnership significative nel Medio Oriente, in particolare con Arabia Saudita, Qatar ed Emirati Arabi Uniti. Questa mossa rappresenta una sfida diretta ai programmi aeronautici militari europei come il GCAP e lo SCAF.
Il F-35 MkII: La risposta di Lockheed Martin
Dopo essere stata esclusa dai programmi NGAD (Next Generation Air Dominance) dell’US Air Force e F/A-XX dell’US Navy, assegnati rispettivamente a Boeing e in fase di assegnazione, Lockheed Martin ha rapidamente annunciato lo sviluppo di una nuova variante del F-35. Il CEO Jim Taiclet ha descritto il “F-35 Nascar” come un velivolo in grado di offrire l’80% delle prestazioni della sesta generazione con il 50% dei costi, integrando tecnologie avanzate sviluppate durante la fase finale del programma NGAD.
Questa versione potenziata del F-35 mira a colmare il divario con la sesta generazione, introducendo capacità cruciali come il controllo di droni da combattimento (CCA – Collaborative Combat Aircraft), una furtività migliorata (grazie a nuovi rivestimenti e modifiche strutturali, specialmente nella sezione posteriore) e la capacità di impiegare nuove munizioni. L’obiettivo è estendere la vita operativa e l’attrattiva del F-35, rendendolo un aereo trans-generazionale. Tuttavia, rimangono da risolvere le criticità attuali del F-35, come l’autonomia limitata, la scarsa capacità di carico interno e gli elevati costi di manutenzione.
La strategia di finanziamento: L’asse con il Medio Oriente
Per finanziare lo sviluppo del F-35 MkII, Lockheed Martin guarda all’Arabia Saudita, al Qatar e agli Emirati Arabi Uniti. Questi paesi, desiderosi di diversificare le proprie economie e sviluppare le proprie industrie della difesa, potrebbero essere partner ideali per un co-sviluppo e una co-produzione. L’esempio è quello del Boeing F-15SA e F-15QA, versioni avanzate del F-15 sviluppate grazie a finanziamenti sauditi e qatarioti, che hanno poi portato al F-15EX Eagle II per l’US Air Force con costi di sviluppo ridotti.
Questa strategia si inserisce in un contesto politico favorevole, con l’amministrazione statunitense, in particolare sotto la presidenza di Donald Trump, che ha mostrato un forte interesse per la firma di grandi contratti di difesa con partner internazionali.
L’apertura del mercato del F-35 a questi paesi, finora limitata per ragioni di sicurezza legate alla superiorità tecnologica di Israele, potrebbe avvenire in cambio di garanzie, come la fornitura di F-47 a Israele. Questo non solo garantirebbe i finanziamenti per il F-35 MkII, ma aprirebbe anche nuove opportunità di esportazione per il F-35, estendendo la sua base clienti a paesi come India, Indonesia, Kuwait e Marocco. Allo stato attuale non c’è però ancora un permesso all’Arabia Saudita di acquistare gli F-35.
Implicazioni per l’industria europea
La mossa di Lockheed Martin rappresenta una minaccia significativa per i programmi di difesa europei, in particolare per il GCAP (Global Combat Air Programme) che vede coinvolti Regno Unito, Italia e Giappone, e il SCAF o FCAS (Sistema di Combattimento Aereo Futuro) guidato da Francia, Germania e Spagna. Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti sono tradizionalmente clienti importanti per l’industria aeronautica europea (come dimostrato dalle vendite di Typhoon e Rafale).
Se questi paesi dovessero decidere di partecipare al programma F-35 MkII, finanziando e ospitando parte della produzione, ciò priverebbe i programmi GCAP e SCAF di potenziali sbocchi export strategici e indispensabili per il loro equilibrio finanziario e industriale. L’Arabia Saudita aveva già espresso interesse nel GCAP, mentre gli Emirati Arabi Uniti utilizzano il Rafale, per cui sono paesi che hanno esperienza tecnologica nell’uso di aerei sofisticati europei.
L’industria europea deve quindi monitorare attentamente questa situazione e agire in modo proattivo per salvaguardare i propri interessi in un mercato globale della difesa sempre più competitivo.
La strategia di Lockheed Martin, inizialmente presentata con espressioni evocative come “F-35 Nascar”, si sta rivelando un piano commerciale e industriale elaborato e aggressivo. L’obiettivo è mantenere la posizione di leadership globale dell’azienda, sfruttando il successo del F-35 e la volontà di paesi ricchi di investire nella propria capacità industriale.
Se da un lato questa strategia mostra l’ingegnosità di Lockheed Martin nel rispondere agli insuccessi, dall’altro pone una sfida esistenziale per l’industria europea della difesa, che dovrà trovare il modo di contrastare questa avanzata per proteggere i propri programmi e mercati futuri. Nello stesso tempo bisognerà poi vedere se i paesi arabi vorranno investire in un progetto che non venga finanziato e sviluppato dagli Stati Uniti, ma che viene presentato come una specie di ripiego.
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