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Lo Yen va a picco per il benevolo disinteresse della BoJ per poi rimbalzare alle voci di intervento

Questa mattina lo Yen ha toccato i minimi dal 1990. Si parla di errore, ma questa è una conseguenza, non voluta, della politica della BoJ, che corre ai ripari.

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Lo yen si è schiantato, letteralmente all’inizio delle contrattazioni in Asia oggi, crollando fino a raggiungere i minimi dell’aprile 1990, in quello che viene attribuito a un’operazione di ‘fat finger’ o a un’operazione multipla di barrier-option, ma che probabilmente era invece la conseguenza di qualcosa di diverso.

Il crollo ha esteso il grande ribasso di venerdì, che ha seguito l’apparente mancanza di interesse del Governatore della BoJ Ueda nel sostenere il declino dello Yen, dato che la BoJ, come del resto ampiamente prevedibile, aveva deciso di non intervenire in difesa della valuta. Le sue parole erano state piuttosto chiare.

I tassi di cambio non sono un obiettivo della politica monetaria da controllare direttamente”, ha detto Ueda

Ma la volatilità della valuta potrebbe essere un fattore importante nell’impatto sull’economia e sui prezzi. Se l’impatto sull’inflazione sottostante diventa troppo grande per essere ignorato, potrebbe essere un motivo per modificare la politica monetaria“.

Le parole non sono, di per se, sbagliate, ma dichiarare apertamente che non ci si interessa di valora di moneta, ma solo di volatilità, viene a creare volatilità e i risultati sivedono sul cambio

Il rimbazo che vedete nella primissima mattina europea, tardo pomeriggio asiatico, è legato alle voci di un intervento della BoJ, cioè al sospetto che Ueada, di fronte a questa volatilità, avesse deciso di fare quello che aveva promesso di non fare.

Però adesso bisogna vedere se queste sono solo voci, per tranquillizzare il mercato, o corrispondono ad azioni oggettive. Perché, tolta la volatilità o l’errore del “Fat finger”, Ueda ha ragione: la Banca centrale non dovrebbe forzare un cambio, ma , se mai, aiutarlo su un cammino continuo e costante sino al riequilibrio economico. Sarà il mercato a riportare le cose a posto, tolta l’eccessiva volatilità.

La bilancia della partite correnti giapponese è positiva, per cui questa svalutazione è legata soprattutto al “Carri trade”, al trasferimento di denaro dai mercati a basso interesse a quelli ad alto interesse. Però, se questo non impatta fortemente sull’inflazione, come non sta facendo, perché dovreebbe interessare la Banca centrale?

La questione viene vista diversamente però dal govenro giapponese:  i responsabili politici hanno ripetutamente avvertito che il deprezzamento non sarà tollerato se si spinge troppo in fretta.

Il Ministro delle Finanze Shunichi Suzuki ha ribadito dopo la riunione della BoJ che il Governo risponderà in modo appropriato alle mosse di cambio, anche se non è ben chiaro come questo possa accadere nel breve periodo.

Un ulteriore punto di interesse in tutto questo è la progressiva svalutazione dello Yen rispetto allo Yuan

Che potrebbe riallineare diversi flussi commerciali fra i due paesi e nei confronti del mondo.

 

 


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