Attualità
LO TSUNAMI E’ QUI: VENDITE AUTO -85%
Lo Tsunami economico è qui, ora, ed il governo ha fatto una diga di sabbia con paletta e secchiello per proteggerci. L’immatricolazione di auto in Italia è calata dell’85% rispetto al 2019, e questo numero viene dopo due pessime prestazione a gennaio, -5,9%, ed a febbraio , -8,8%. Quindi sicuramente il Coronavirus ha avuto un ruolo importantissimo, ma un pessimo trend era già in atto. I marchi FCA sono stati letteralmente massacrati:
- Fiat: -91%
- Lancia: -92%
- Alfa Romeo: -89%
- Maserati: -77%
- Jeep: – 86%
Comunque il calo delle vendite di VW è stato del 87%.
L’Italia non è sola in questa situazione. Per la Francia il calo è stato solo di poco inferiore, cioè pari al 72%. In Europa ACEA calcola che i posti di lavoro a rischio nel settore siano 1,1 milioni di posti di lavoro, e parliamo solo di lavoratori direttamente coinvolti, di dipendenti diretti. Considerando i tutti i lavoratori indirettamente coinvolti abbiamo che il numero di lavoratori legati al settore auto sale ad oltre 13 milioni, per cui possiamo immaginare quanti milioni di lavoratori rischiano di perdere l’occupazione.
La ripresa non sarò immediata. Anche ammesso che ad aprile ci sia un alleggerimento del regime di quarantena non ci sarà una ripresa delle vendite al livello precedente. Non si correrà a maggio ad acquistare una nuova macchina, anche perchè milioni di italiani non avranno percepito un reddito, se non i 600 euro, con i quali avranno comprato il cibo, speriamo.
Il responsabile dell’UNRAE, Michele Crisci, parla di ampliare gli incentivi delle auto ecologiche a tutte le auto. Anche se è un’idea positiva non è abbastanza per non far chiudere le fabbriche. A questo punto è necessario pensare ad una campagna di ampio rinnovamento dei parchi auto delle FFOO, dei servizi di emergenza, delle Regioni, delle amministrazioni locali, e questo senza lunghe gare, ma con interventi diretti immediati e collegati a produzione delle fabbriche nazionali, sempre che vogliamo conservare un’idea di settore auto in Italia. Se usiamo strumenti ordinari non ci sarà più settore automobili, ma un bel po’di disoccupati in più.
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