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L’Iran si difende schiacciato dalla “Troika del Male” di Margherita Furlan

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Vi proponiamo questo articolo che mette in luce un punti di vista diverso sulla vicenda del nucleare iraniano, ricordando che Teheran ha annunciato non solo il superamento dei limiti quantitativi di uranio arricchito, ma anche il superamento del grado di arricchimento consentito. 

 

 

Le riserve di uranio arricchito dell’Iran hanno superato il limite di 300 kg stabilito nell’accordo sul nucleare del 2015. Dopo l’annuncio di ieri, 1 luglio, da parte del ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif, in queste ore arriva la conferma dall’Agenzia internazionale per l’energia atomica. Il prossimo passo sarà quello di aumentare il grado di arricchimento dell’uranio (fino al 20%) e la soglia di acqua pesante (che potrebbe arrivare a 13 tonnellate), avverte Teheran, che potrebbe così aprire la strada allo sviluppo di armi nucleari. 

 

“L’Iran sta giocando col fuoco”, ammonisce il presidente americano, Donald Trump, ma Javad Zarif gli spiega in un tweet che le misure prese da Teheran in realtà sono contemplate dall’accordo, in primis rotto dagli Stati Uniti. D’altro canto, ”spetta agli europei adottare misure concrete e serie per salvare l’accordo”, ribadisce il rappresentante permanente iraniano presso le Organizzazioni internazionali di Vienna, Kazem Gharib Abadi. Il diplomatico sottolinea, infatti, che le decisioni di Teheran potranno essere riconsiderate solo alla condizione che “gli europei rispettino i loro impegni, in particolare sulle questioni finanziarie e sulla vendita di petrolio”. Tuttavia, per ora, come precisa alla Tass il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, Instex, lo strumento creato dai firmatari europei dell’accordo sul nucleare per facilitare gli scambi con l’Iran “non ha ancora processato una singola transazione”. L’Iran – a pochi mesi dalle elezioni del febbraio 2020 – sembra dunque adottare ora la linea dura, quasi a giudicare l’inazione dell’Europa come un tradimento.

 

Nel frattempo, con una lettera pubblicata da Global Research, decine sono gli accademici e attivisti che hanno chiesto al Segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, d’indurre gli Stati Uniti a rientrare nell’accordo, revocando le sanzioni economiche contro l’Iran e mettendo fine a minacce e provocazioni che rischierebbero di sfociare in un conflitto militare mondiale. Ma, mentre gli attivisti contro la guerra in America sono disorganizzati e privi di una leadership, l’asse USA-Israele-Arabia Saudita, definito la “Troika del male” da Philip M. Giraldi, stabilisce chi sono i nemici del mondo intero sulla base di minacce immaginate solo dai loro leaders.

 

D’altronde, tutta la politica estera americana odierna è e sarà progettata per assecondare alcuni collegi elettorali cruciali alle elezioni presidenziali del 2020. Scrive Girardi: “È un processo interessante osservare come gli oligarchi ebrei, come Sheldon Adelson, imprenditore statunitense e terzo uomo più ricco al mondo, contribuiscano con decine di milioni di dollari alle campagne elettorali di politici che a loro volta contribuiranno a far ricevere a Israele decine di miliardi di dollari. Corrompere i politici corrotti è uno dei migliori investimenti che si possono fare nell’America di oggi.” Stando alle parole di Giraldi, potrebbe dunque non essere del tutto casuale la presenza del consigliere per la sicurezza USA, John Bolton, in Israele – Paese che detiene circa 80 testate atomiche e che ha dichiarato nemico giurato l’Iran – pochi giorni prima dell’attacco avvenuto a sud di Damasco con missili israeliani domenica 30 giugno. 

 

Il gioco è dunque già in corso, mentre il segretario di Stato americano, Mike Pompeo, annuncia: “Gli Stati Uniti hanno fatto tutto il possibile per allentare le tensioni con l’Iran. Se ci sarà una guerra, l’avranno scelta gli iraniani”. Come sarà questa guerra lo spiega Donald Trump ai microfoni di Fox Business Network: “breve” e “senza l’impiego di truppe di terra”. Teheran, tramite il comandante delle truppe di terra dell’Esercito iraniano, generale Kiumars Heydari, si limita ad avvisare: ”Se gli Stati Uniti violeranno di nuovo i nostri confini, la reazione sarà più forte e vigorosa”. L’Iran, ha precisato il generale all’agenzia Irna, è in grado di “schiacciare qualsiasi nemico aggressivo con equipaggiamenti di produzione nazionale”.

 

In mezzo ai giocatori, l’Europa, incapace di mediare e di alcuna reazione autonoma, negligente sta a guardare.

 


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