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L’IMPOTENZA DI FUOCO DI CONTE E’ ORMAI EVIDENTE: i dati sul credito sono deludenti

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I dati della Banca d’Italia e della BCE mostrano sempre più come l’annunciata “Potenza di fuoco”  di Conte, i 400 miliardi promessi come “Manovra mai vista prima in Italia”, siano solo una sorta di chimera.

Iniziamo considerando il bollettino della BCE, l’ultime emesso, che analizza i dati del credito a livello europeo sino ad aprile. Se guardiamo questi dati, vediamo che l’Italia è praticamente ultima nella crescita del credito verso il privato.

A sinistra ci sono i crediti concessi alle imprese, e vediamo come la crescita sia asfittica, anzi l’Italia sia stata superata abbondantemente dalla Spagna. Per essere precisi la crescita sfiora il 2% contro il 5% abbondante della media dell’area euro ed il quasi 10 di Francia e Germania. Quindi se i due paesi guida dell’Unione hanno si, loro, veramente espresso la loro potenza di fuoco, l’Italia è rimasta potentemente indietro. Sul credito al consumo c’è un calo ovunque, ma quasi impercettibile in Germania, eppure anche questo settore, se ben guidato, avrebbe permesso di sostenere la domanda interna e rendere il colpo del Covid-19 meno duro. Invece nulla.

Nel grafico successivo vediamo, per la media europei e per i principali paesi, quale sia stata l’influenza di una serie di fattori sull’andamento del credito. Se questo non è cresciuto come avrebbe dovuto, perchè è successo?

Se consideriamo l’Italia (linea verde) vediamo come, a fianco dei fattori strutturali (General economic outlook) ,delle singole aziende (firm specific outlook) e di capitalizzazione generale (Firm’s own Capital), che hanno un andamento comune ai principali paesi europei, ci sono tre fattore che hanno pesato maggiormente per l’Italia e per il mancato sviluppo del credito:

  • la storia creditizia dell’azienda, che spesso non favorisce le nostre piccole e medie aziende, uscenti da una pesante crisi;
  • la volontà delle banche di fare prestito, che effettivamente è minore;
  • l’accesso al supporto finanziario pubblico, che per noi è minore , superato perfino dalla Spagna. Alla faccia della Potenza di fuoco:

Se poi analizziamo i dati forniti da Giuseppe Liturri per StartMag abbiamo un quadro anche peggiore. Analizzando i dati forniti da MEF, BI, SACE, e Mediocredito centrale ci si presenta un quadro di incredibile frazionamento che non fa presagire nulla di buono.

Banca d’Italia parla di richieste di finanziamento “pervenute” alle banche per l’accesso al Fondo di Garanzia per le PMI (946mila per un importo di finanziamenti di oltre 63 miliardi), ma questo non significa che il finanziamento sia stato concesso.. Anzi, l’erogato si ferma all’80% delle domande relative ai prestiti garantiti al 100%, ben 659mila in numero, ma un valore veramente esiguo, 13 miliardi, poco più di 19 mila euro a prestito.  I piccoli , piccolissimi , imprenditori hanno preso a prestito lo strettissimo necessario per sopravvivere restando ben lontani dal tetto di 25 mila euro promesso.Altro  dato a significativo è quello delle domande pervenute al Fondo di Garanzia presso il Mediocredito Centrale  ad opera delle banche. Apprendiamo che delle 742mila domande (per finanziamenti pari a circa 43 miliardi, media 57 mila euro a prestito, ben poco in un’ottica di rilancio) giunte al Fondo sono state accolte circa 733mila,ma sull’erogato effettivo non si sa nulla. Si sa solo che , alla fine, l’erogato complessivo, secondo la BCE, è di circa 23 miliardi. Altro che 400 miliardi della “Potenza di fuoco”, in realtà sono stati quattro soldi,che giungono in ritardo. Gli imprenditori sono anche stati molto prudenti di fronte all’incertezza per il futuro ed al fatto che questa situazione non garantisce alcuna sicurezza. Questo è forse il maggior fallimento del governo Conte: non aver assicurato una prospettiva di sicurezza che invogliasse ad investire. Senza tutele nessuno rischia.


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