Energia
Libia: Caos a Tripoli, scontri bloccano i porti e minacciano l’oro nero
Violenti scontri a Tripoli costringono le navi a deviare, sollevando timori sulla sicurezza delle vitali esportazioni di petrolio libiche.

Libia: Caos a Tripoli, scontri bloccano i porti e minacciano l’oro nero
Violenti scontri a Tripoli hanno costretto le compagnie di navigazione a deviare le navi dal porto della capitale, sollevando serie preoccupazioni sulla sicurezza delle cruciali esportazioni energetiche del paese, come riportato lunedì da Lloyds.
L’escalation dei disordini è iniziata dopo l’assassinio di Abdel Ghani al-Kikli, comandante dell’Apparato di Supporto alla Stabilità (SSA), scatenando feroci battaglie tra milizie rivali.
Nonostante le ripetute affermazioni del Governo di Unità Nazionale (GNU), guidato dal Primo Ministro Abdul Hamid Dbeibah, riguardo a un cessate il fuoco, ogni tregua si è rivelata effimera, seguita da nuove riprese degli scontri per le strade della capitale occidentale.
Se da un lato la produzione petrolifera libica non è stata ancora direttamente colpita, l’interruzione delle rotte marittime evidenzia la vulnerabilità dell’infrastruttura energetica del paese.
Gli analisti avvertono che una persistente instabilità potrebbe avere gravi implicazioni per i mercati energetici globali, specialmente in un momento in cui la Russia cerca di consolidare la propria influenza nella regione.
A marzo, la Libia ha annunciato l’intenzione di mettere all’asta 22 blocchi onshore e offshore, per un’area totale di 235.267 chilometri quadrati, all’interno dei bacini di Sirte, Ghadames e Murzuq. La firma degli accordi è prevista per l’ultima settimana di novembre di quest’anno.
Gli osservatori ora attendono la risposta del governo rivale di Bengasi, un’indicazione della quale è giunta lunedì pomeriggio: il presidente della Camera dei Rappresentanti di Bengasi, Aguila Saleh, ha chiesto al governo Dbeibah di Tripoli di dimettersi “volontariamente o con la forza”, secondo quanto riportato dai media libici. Saleh è notoriamente allineato con il generale Khalifa Haftar, uomo forte dell’Esercito Nazionale Libico (LNA). Il pericolo è quello di un suo intervento diretto.
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