Economia
Libia, boom petrolio e gas: oltre 40 aziende estere scommettono sul futuro energetico
Oltre 40 compagnie petrolifere e del gas globali investono in Libia, segno di fiducia nel suo settore energetico. Scopri come Tripoli bilancia petrolio, gas naturale, sostenibilità e rinnovabili per un futuro energetico strategico.

La Libia ha attirato la partecipazione di oltre 40 compagnie petrolifere e del gas internazionali nell’ultima tornata di concessioni, segnalando una rinnovata fiducia globale nel settore energetico del Paese. Parliamo ovviamente della Libia ufficialmente riconosciuta, quella di Tripoli.
Le aziende rappresentano un’ampia area geografica, che comprende Nord America, Europa, Sud-Est asiatico e la regione MENA, riflettendo il crescente interesse degli investitori per il potenziale upstream della Libia.
L’attuale round di concessioni fa parte di un più ampio sforzo volto a riposizionare la Libia come destinazione competitiva per l’esplorazione energetica. Esso fa seguito alle recenti misure volte ad allineare i quadri finanziari e contrattuali agli standard internazionali, con l’obiettivo di rendere il contesto energetico del Paese più attraente e prevedibile per gli investitori globali.
Nell’ambito di tali sforzi, le autorità libiche hanno condotto una revisione completa dei contratti passati attraverso audit interni e benchmarking esterni guidati dalla società di consulenza Wood Mackenzie.
La revisione ha individuato la necessità di condizioni finanziarie più competitive e di meccanismi più chiari per la condivisione dei rischi di investimento, entrambi in fase di integrazione nell’attuale strategia di concessione delle licenze.
Parallelamente all’esplorazione petrolifera, la Libia sta intensificando la sua attenzione al gas naturale, in particolare a sostegno della domanda energetica regionale. Uno sviluppo importante è il progetto di gas offshore Structures A&E, realizzato in partnership con Eni.
Il progetto dovrebbe contribuire con circa 750 milioni di piedi cubi standard al giorno, contribuendo a compensare il calo della produzione offshore e migliorando la capacità di esportazione e di approvvigionamento interno del Paese.
La Libia ha inoltre ribadito il proprio impegno a porre fine al gas flaring di routine entro il 2030. Questo obiettivo ambientale è in linea con le più ampie strategie climatiche internazionali e sostiene il posizionamento della Libia come fornitore energetico responsabile nel contesto della transizione europea verso i combustibili a basse emissioni di carbonio.
La strategia energetica del Paese prevede inoltre investimenti nell’energia solare, con l’obiettivo di ridurre la dipendenza dal diesel e dall’olio combustibile pesante per la produzione di energia elettrica. Questa transizione consentirà un uso più efficiente delle riserve di gas naturale e aprirà nuove opportunità di esportazione.
Inoltre, la cattura e lo stoccaggio del carbonio (CCS) stanno emergendo come un settore prioritario per gli investimenti, con un potenziale stimato nell’ordine di 1 miliardo di dollari USA. L’integrazione delle tecnologie CCS integra l’impegno della Libia per lo sviluppo sostenibile e la crescita resiliente al clima. Bisognerà vedere chi sarà disponibile a investire in questo settore dai ritorni ancora incerti.
Nel complesso, il ciclo di concessioni e le riforme che lo accompagnano segnano un cambiamento più ampio nella politica energetica della Libia, bilanciando la riqualificazione dei giacimenti petroliferi tradizionali con una visione a lungo termine per fonti energetiche più pulite e diversificate.
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