Difesa
L’esercito USA cancella il programma miliardario del carro M10: era troppo pesante
L’esercito USA, nel suo sforzo per eliminare i programmi inutili, ha cancellato quello per il carr leggero M-10 Booker, che purtroppo pesa troppo e quindi non può essere aereotrasportato

L’esercito ha ufficialmente cancellato ulteriori consegne dell’M10 Booker, annullando non solo un programma da miliardi di dollari per la costruzione di un veicolo pesantemente armato per unità di fanteria veloci, ma anche dando una risposta definitiva a una domanda annosa: l’M10 Booker è un carro armato?
“Ora che lo stiamo cancellando, potete chiamarlo come volete”, ha detto venerdì ai giornalisti il segretario dell’esercito Dan Driscoll, confermando la fine del programma, nonostante ad aprile fossero entrati in servizio i primi carri.
La cancellazione del Booker corrisponde a uno degli elementi della revisione ordinata dal segretario alla Difesa Pete Hegseth sulle modalità di sviluppo e acquisto delle armi da parte dell’esercito.
In una nota di quattro pagine pubblicata il 30 aprile, ha ordinato alle forze armate di “dismettere le formazioni obsolete, comprese alcune unità corazzate e di aviazione dell’esercito”. Ciò apparentemente includeva il Booker, di cui ha parlato Driscoll venerdì.
“Abbiamo sbagliato con il Booker”, ha detto Driscoll, aggiungendo che l’esercito ha già preso in consegna circa 80 carri armati. “Volevamo sviluppare un carro armato piccolo, agile e in grado di effettuare lanci aerei in luoghi dove i nostri carri armati normali non possono arrivare”. Peccato che il Booker, con le sue 38 tonnellate, non può essere lanciato dall’aria.
“Abbiamo ricevuto un carro armato pesante”, ha affermato Driscoll. “Storicamente, avremmo continuato ad acquistarlo per costruire un certo numero di Booker e poi, nei decenni successivi, avremmo cambiato. Invece, siamo andati dai vertici del Pentagono e abbiamo detto: ‘Abbiamo commesso un errore, non ha funzionato. Ci fermiamo. Ce ne assumiamo la responsabilità’”.
Diritto alla riparazione
Un’altra questione che ha infastidito sia i funzionari dell’esercito che i legislatori che hanno sostenuto il disegno di legge sul Booker era la cosiddetta clausola del diritto alla riparazione nei piani di manutenzione. Il contratto con cui è stato acquistato il Booker prevedeva che l’esercito si rivolgesse al costruttore del Booker, General Dynamics, per risolvere una vasta gamma di problemi relativi alle parti e alla manutenzione che i meccanici dell’esercito avrebbero potuto risolvere da soli. Francamente un modo per spillare ancora soldi allo Stato Federale nel tempo.
“Se si guardano settori industriali comparabili nel settore civile, penso che i trattori abbiano attraversato questa fase cinque, otto anni fa”, ha detto Driscoll. ”C’erano agricoltori che avevano difficoltà a riparare le loro attrezzature. La stessa cosa vale per i soldati. Abbiamo molti casi in cui, con una spesa che va dai due ai venti dollari, possiamo stampare in 3D un pezzo. Sappiamo come stampare in 3D un pezzo. Abbiamo la stampante 3D, ma abbiamo rinunciato al diritto di farlo di nostra iniziativa, e questo è un peccato grave da parte dei vertici dell’esercito, che danneggia i nostri soldati. Questo è il tipo di cose che non siamo più disposti a concedere all’industria privata”.
Un’industria militare incredibilmente avida ha ottenuto il risultato opposto a quello che voleva: la cancellazione del contratto e la dismissione dei relativi contratti. Ora l’unico problema che resta è cosa farsene degli 80 carri già acquistati.
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