Economia
L’Economia francese cresce un poco più del previsto, ma sempre a livelli minimi
Crescita maggiore della Francia nel secondo trimestre, ma niente illusioni: il 2025 sarà duro
L’economia francese, misurata tramite il PIL, ha registrato un’espansione dello 0,3% nel 2° trimestre del 2024 rispetto al precedente, uguale a quella rivista al rialzo nel 1° trimestre ma superiore alle stime del mercato che prevedevano un aumento dello 0,2%, secondo i dati preliminari. Quindi uno 0,1% in più rispetto alle attese.
Si è trattato della crescita trimestrale più forte dal 2° trimestre del 2023, tra i contributi positivi della domanda interna finale (0,1 ppt) e del commercio netto (0,2 ppt).
I consumi delle famiglie sono rimasti praticamente stabili (contro il -0,1% del 1° trimestre), in quanto gli acquisti di beni hanno ristagnato, mentre quelli di gas ed elettricità sono aumentati a causa di una primavera più fresca.
Allo stesso tempo, la spesa pubblica ha continuato a crescere (0,3% vs 0,6%) ed è questo aumento della spesa pubblica che viene ad aver stimolato la crescita, insieme agli investimenti fissi, che hanno aggiunto lo 0,1% dopo il calo dello 0,4% nel primo trimestre, aiutati dagli investimenti nei servizi di mercato, in particolare quelli informativi, e nei servizi legali e scientifici.
Al contrario gli investimenti in beni manifatturieri sono diminuiti ulteriormente (-1,0% vs -0,6%), in particolare i mezzi di trasporto e i beni strumentali. Nel frattempo, le esportazioni sono rimaste solide (0,6% vs 0,7%), mentre le importazioni sono rimaste piatte (vs -0,3% nel 1° trimestre).
Su base annua, l’economia è cresciuta dell’1,1%, più debole rispetto all’auSmento dell’1,5% rivisto al rialzo nel primo trimestre.
Dopo un calo dello 0,1% nel quarto trimestre, il prodotto interno lordo (PIL) dei 20 Paesi che condividono l’euro è cresciuto dello 0,3% nel periodo gennaio-marzo, rispetto ai tre mesi precedenti, secondo la stima pubblicata questo venerdì da Eurostat. Su base annua, la crescita è stata dello 0,4%, molto lenta, soprattutto a causa del rallentamento tedesco.
Comunque questa crescita è una fase temporanea: per il 2025 la previsione è di un rallentamento, con l’OSCE che prevede un +0,7% rivisto al ribasso rispetto allo 0,8% di qualche mese fa.
La spinta delle Olimpiadi e della relativa spesa pubblica si verrà a esaurire e verrà anzi sostituito dall’austerità per far fronte ai vincoli di bilancio voluti dalla UE. Quindi lo 0,7% sembra quasi ottimistico a fronte della richiesta di tagli potenti della spesa pubblica.
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