Seguici su

Attualità

L’ASTUTA GERMANIA E LA SERVA ITALIA: COME SI SONO FATTI INFINOCCHIARE CON LA COSTITUZIONE DELLA BCE (vedi MPS)

Pubblicato

il

 

Cari amici,

torno rapidamente sulle questioni bancarie per porre in evidenza un aspetto che spesso viene lasciato in secondo piano, ma che ha la sua importanza.

Quando venne istituzionalizzata in modo definitivo la BCE nel trattato di Lisbona si decise anche di dare le indicazioni fondamentali sul suo funzionamento. Fra queste la finalità di “Stabilità monetaria” non accompagnata ad indicazioni per quanto riguarda l’occupazione errore madornale, ma voluto, da chi da un lato sapeva di poter contare su una propria deflazione interna e dall’altro aveva un odio calvinista  per il debito ed il finanziamento, in tutte le sue forme.

Però non fu l’unica particolarità dello statuto della BCE. Quella forse maggiore ve la indichiamo qui, presa proprio dal sito della Banca Centrale.

Secondo lo statuto della BCE essa NON può comprare sul mercato primario i titoli di stato, o finanziare in qualsiasi modo lo stato centrale o anche le sue emanazioni. Lo stesso divieto assoluto è riservato alla Banche Centrali Nazionali. Se notate il QE (quantitative easing) è stato un programma massiccio di acquisto di titoli, ma sul mercato SECONDARIO, per cui la liquidità non è finita allo Stato, ma  alle entità finanziare o economiche in generale che hanno venduto i titoli alla BCE. L’unico vantaggio, indiretto, degli Stati è che, diradandosi i titoli sul mercato, vi è stato un calo del costo anche per le nuove emissioni. Però il diavolo si nasconde nei particolari, come il terzo comma: “Questo articolo non si applica alle istituzioni finanziarie possedute dallo Stato che, nel contesto del rifinanziamento da pate delle banche centrali e della BCE, avranno lo stesso trattamento riservato alle istituzioni private”.

Quindi una banca posseduta dallo Stato viene ad essere equiparata ad una privata, però nella banca pubblica gli amministratori sono di nomina pubblica e quindi rispondono allo Stato, al ministro e ne possono, o meglio devono, seguire le indicazioni strategiche.

E qui sta il trucco: mentre l’Italia ha venduto tutte le proprie banche pubbliche, dal Credito Italiano a Banca Commerciale dal Banco di Roma alla Banca Nazionale del Lavoro, e così via, mentre la Germania ha conservato, anzi incrementato, il suo settore pubblico. Partendo dalla statale KfW, passando dalle varie Sparkassen, Landesbanken, Landesbausparkassen. etc, legate o al governo centrale o a quelli dei Lander o ad autorità locali. In totale si valuta che il 40% del settore bancario tedesco sia in un modo o nell’altro legato al pubblico. La gestione di questo settore non è delle migliori: ricordiamo che KfW bonificò “Per sbaglio” 426 milioni di dollari a Lehman Brothers pochi giorni prima del fallimento, e che poi la stessa banca nel 2008 ebbe 2 miliardi di perdite per i derivati. Però, nonostante tutto, sono banche i cui CdA sono nominati da autorità pubbliche: secondo voi di chi seguono le indicazioni?

Nel frattempo il problema è se MPS rimane come banca pubblica…

 


Telegram
Grazie al nostro canale Telegram potete rimanere aggiornati sulla pubblicazione di nuovi articoli di Scenari Economici.

⇒ Iscrivetevi subito