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L’Arabia Saudita sta preparando una sorpresa per il prossimo autunno?

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Secondo l’ultimo World Economic Outlook del FMI, i recenti tagli alla produzione da parte dell’Arabia Saudita stanno iniziando a pesare sull’economia del Paese. Le proiezioni di crescita del PIL del Regno per il 2023 sono state significativamente ridotte e ora si prevede che raggiungeranno solo l’1,9%, rispetto al 3,1% previsto in precedenza a maggio.

Il FMI ha attribuito questo declassamento ai tagli alla produzione annunciati in aprile e giugno nell’ambito dell’accordo OPEC+. Nonostante gli sforzi per diversificare l’economia con la Visione 2030, l’Arabia Saudita rimane fortemente dipendente dai proventi degli idrocarburi, con l’impatto degli sviluppi del mercato petrolifero che continua a superare il potenziale di crescita dei settori non legati agli idrocarburi.

Sebbene il Regno abbia fatto passi da gigante nella diversificazione economica, tutti i nuovi progetti, compresi gli ambiziosi Giga-Project, continuano a essere legati ai fondi del petrolio e del gas. L’ingente base di entrate di Aramco rimane fondamentale per il motore dell’attività economica. Sebbene questa analisi possa non piacere ai funzionari sauditi, il declassamento del FMI potrebbe essere seguito da reazioni simili sui mercati finanziari che vogliono utili, non vuote promesse.

Il taglio della produzione è stato utile all’Arabia?

Il taglio unilaterale della produzione presentato dal ministro dell’Energia saudita, il principe Abdulaziz bin Salman, e prorogato durante la recente riunione dell’OPEC+, sta ora mostrando conseguenze negative. La posizione ufficiale del Regno è che Riyadh è l’unica entità in grado di controllare e stabilizzare i mercati, in particolare i prezzi del petrolio. Tuttavia, molti analisti hanno espresso scetticismo sulle vere motivazioni alla base della mossa saudita, dal momento che nella seconda metà del 2023 si prevede una situazione di domanda-offerta più rigida. Per molti il taglio non era necessario, e alcuni paesi, come gli Emirati Arabi Uniti, si sono rifiutati di applicarlo.

L’effetto del taglio sul prezzo è stato dubbio, e il recente aumento è stato dovuto soprattutto alle prospettive di crescita della domanda cinese, che ora rischia di calare dopo i disastri naturali, più che ai tagli della produzione. Inoltre c’è il rischio di oscillazioni incontrollate se la domanda tornasse a essere più rigida.

I progressi dell’Arabia Saudita nei progetti di diversificazione economica richiedono maggiori investimenti diretti esteri (IDE) e maggiori entrate statali, oltre all’accesso ai mercati finanziari internazionali. Il rapporto del FMI ha messo in dubbio queste aspirazioni. Con la regione MENA che registra proiezioni di crescita del PIL più basse e alcuni Paesi che stanno affrontando crisi finanziarie, l’Arabia Saudita deve rivalutare le sue strategie economiche a breve termine.

L’Arabia potrebbe fare un bagno di realismo e riservare sorprese

La crescita del PIL non petrolifero è robusta, ma non può compensare completamente l’attuale dipendenza dai proventi del petrolio. Il basso afflusso di IDE nel primo trimestre del 2023 desta preoccupazione, soprattutto se confrontato con le aspettative stabilite nella Visione 2030.

Gli analisti di mercato e i media dovrebbero monitorare con attenzione le azioni di Riyadh nelle prossime settimane, poiché un cambiamento significativo potrebbe essere all’orizzonte. Sebbene non siano previsti cambiamenti immediati nella prossima riunione del JMCC, un aumento della produzione saudita prima dell’ottobre 2023 è altamente plausibile. I segnali di una nuova contrazione della domanda e dell’offerta nei volumi di stoccaggio di petrolio e prodotti petroliferi, insieme agli indicatori positivi in Asia, Europa e Stati Uniti, potrebbero portare a un drastico cambiamento nelle strategie del Regno in materia di volumi di produzione.

Potrebbe essere in atto una mossa a sorpresa per evitare che i prezzi del petrolio superino i 90-100 dollari al barile nel quarto trimestre. Anche se i media non ne sono informati, è probabile che il principe ereditario Mohammed bin Salman e suo fratello stiano preparando una nuova sorpresa saudita dopo la stagione estiva. Questo però porrebbe una crepa nei rapporti con la Russia, ma i danni derivanti da una stretta eccessiva del mercato petrolifero potrebbero essere maggiori.

Ci sono paesi che stanno tornando sul mercato internazionale, come la Libia, che potrebbero erodere quote saudite in modo permanente. Ci sono paesi, come il Venezuela, che potrebbero veder liberate le proprie quote, Suriname e Guyana si stanno affacciando al mercato, e gli USA hanno mostrato un’invidiabile elasticità della produzione. La mossa saudita a sorpresa, un aumento della produzione, potrebbe attenuare questi pericoli alle entrate del Regno nel lungo periodo. 


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