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Economia

La Von Der Leyen sta per sequestrare i fondi russi, nonostante il parere contrario della BCE

La Commissione vuole sequestrare per lo meno gli utili dei depositi russi presso la stanza di compensazione Euroclear, che però spetterebbero alla Banca Centrale Russa. Una mossa spregiudicata e pericolosa che mette a rischio la sicurezza del sistema finanziario europeo

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Ursula von der Leyen
Ursula von der Leyen

Nonostante le preoccupazioni sulla legittimità dell’atto, la Commissione europea presenterà questa settimana una proposta su come gli europei potrebbero utilizzare i fondi russi congelati. Non si tratta dell’accesso ai beni in sé, ma solo agli interessi e ai profitti degli investimenti da essi generati, i cosiddetti “profitti inaspettati”, come riportato da Handelsblatt. Tuttavia, questa è considerata anche una rottura tabù tra i banchieri centrali e può causare dei problemi enormi nei rapporti finanziari internazionali. 

Gli avvertimenti della Banca Centrale Europea ( BCE ) non potrebbero essere più chiari sulla materia. Per mesi il messaggio chiaro da Francoforte è stato: se l’UE accedesse alle riserve congelate della banca centrale russa, ciò potrebbe danneggiare permanentemente la reputazione dell’Eurozona come rifugio sicuro tra gli investitori internazionali, e romperebbe un limite mai  valicato nei rapporti finanziari internazionali.

Dopo l’attacco russo all’Ucraina due anni fa, gli stati occidentali hanno congelato 260 miliardi di euro nelle riserve della banca centrale russa. Circa 200 miliardi di essi sono depositati presso la stanza di compensazione belga Euroclear. Sul capitale maturano ogni giorno interessi e profitti da investimenti. che, a inizio 2024, ammontavano già a 4,4 milairdi di euro.   Euroclear è una sorta di oasi per i capitali, una stanza di compensazione dove si regolano le transazioni dei titoli privati e pubblici e i depositi sono solo strumentiali alla realizzazione di questi trasferimenti. Trattarla come una banca ordinaria che gestisce depositi metterebbe a rischio il suo status di stanza di compensazione.

Secondo l’interpretazione giuridica dell’UE questi profitti non appartengono allo Stato russo, poiché derivano solo dal fatto che le riserve non possono essere spostate a causa delle sanzioni russe. L’accesso a queste entrate straordinarie non violerebbe quindi il principio dell’immunità dello Stato e dei suoi beni, secondo la logica dei giuristi Ue. Ovviamente i russi o qualsiasi altro giurista, direbbe che proprio il fatto di non poter muovere questi fondi ha generato questi interessi intestati alla  Banca Centrale russa, per cui sono ancor più dovuti perché legati alle sanzioni. Se la Banca centrale moscovita avesse potuto liberamente spostare i capitali questi interessi non si sarebbero generati. 

Come ha appreso l’Handelsblatt da ambienti della Commissione, l’autorità ora vuole trovare un modo legalmente pulito per utilizzare questi fondi per l’Ucraina. Come primo passo, a gennaio gli stati dell’UE hanno deciso di parcheggiare i profitti su un conto bloccato .

Alle stanze di compensazione è stato dato ordine di separare il denaro e di non riportare più il valore dei profitti dei depositi presso ca stanza di compensazzione.  Ora il secondo passo segue in modo sorprendentemente rapido, vale a dire la procedura su come accedervi. Dal punto di vista del diritto internazionale sarà una vera e propria bomba atomica.


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