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La Via per l’Euro exit può essere solo dal basso, e verso un nuovo sistema creditizio

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Parliamoci chiaro: tranne un movimento rivoluzionario è al limite dell’impossibile che un vertice politico, per quanto ben intenzionato e con medie capacità possa realizzare un evento di uscita dell’Italia dall’Euro. Un singolo uomo o un gruppo limitato di persone è naturalmente sottoposto a quella rete di ricatti, di le facci e di pressioni che i poteri nazionali ed internazionali antidemocratico verrebbero subito a tessergli attorno.

L’unica possibilità di raggiungere un progetto democratico di uscita dall’euro e di rivoluzione economica e creditizia può nascere da una iniziativa che, nascendo dal basso, possa, con una base di titoli di stato nazionali portare alla progressiva sostituzione dell’euro come sistema di pagamento a livello prima nazionale, quindi sovranazionale.

Qualche settimana fa avevamo letto la proposta di Fabio Lugano per una Stable Coin derivante dalla Tokenizzazione dei titoli di stati. Praticamente i titoli di stato, affidati ad un servizio di custodia, possono essere facilmente trasformati nel loro equivalente digitale successivamente frazionabile e spendibile, con costi perfino inferiori a quelli praticati dal sistema bancario. Un metodo che, senza neppure richiedere particolari modifiche legislative, permetterebbe la monetizzazione del debito ed il suo immediato utilizzo come strumento di pagamento Una volta monetizzato il debito sarebbe comunque espresso  in Euro, anzi sipotrebbe dare perfino la possibilità ai partecipanti di redimere il titolo di stato a particolari condizioni, proprio a conferma della solidità del sistema.

Rimane però una vexata quaestio: chi dovrebbe prendere l’iniziativa di un’operazione di questo genere? Sarebbe estremamente complesso per un ente pubblico, a livello nazionale o sovranazionale, prendere un’iniziativa di questo tipo che, in apparenza avrebbe la caratteristica di una sfida aperta al sistema minerario imposto dalla Banca Centrale Europea. Allo stesso modo sarebbe pericoloso per un singolo ente privato farsi promotore e realizzatore diretto dell’iniziativa.

Ipotizziamo però una situazione in cui mille persone depositino presso un ente certificatore, quale un trust o una fondazione, un ente certificatore o un notaio la titolarità di un buono del tesoro poliennale del valore di mille euro, e che l’ente quindi ne comunichi il deposito ed autorizzi l’emissione di un milione di Token a copertura totale. In questo modo avremmo creato un milione di valuta virtuale derivante dalla monetizzazione dei titoli di stato. Se i partecipanti fossero 10 mila avremmo creato 10 milioni di token circolanti esattamente parificati ad un euro perchè garantiti da titoli di stato ed i costi di funzionamento del sistema, molto contenuti, sarebbero coperti sia dalle bassissime commissioni di transazione sia dagli interessi dei BTP depositati. Dato che i costi a livello retail del suo utilizzo sarebbero molto bassi, praticamente nulli, se confrontati con le condizioni praticate dagli istituti bancari e che il sistema stesso viaggerebbe al di fuori del sistema bancario ordinario, non ci sarebbe nessun motivo per un’attività commerciale per non accettarlo, tanto più se potesse, in caso di necessità, redimere il o i titoli di stato relativi.

Ora le famiglie italiane hanno giacenze medie su conto corrente pari a 12 mila euro ciascuna per un totale di 4 mila miliardi. Basterebbe la conversione di un terzo di questi valori per rendere il flottante del debito italiano sui mercati quasi inesistente ed eliminare il problema dello spread e del finanziamento dello Stato alla radice, il tutto senza togliere un centesimo alle famiglie italiane e senza avere nessun rapporto con la BCE. Anzi se il sistema, ben realizzato, si rivelasse stabilee ed efficiente, potrebbe diventare la base di un nuovo sistema di pagamenti e bancario parallelo, libero dalle assurde norme Europee del BRRD, basato su un valore certo, e da costruirsi non su vuoti algoritmi ma sulla qualità degli uomini.

Una rivoluzione vera, non violenta, dal basso, capace di cambiare in profondità l’Italia e di ricreare un nuovo rapporto fra persone, economia, denaro e futuro. La situazione attuale altrimenti ricorda quella di genova nel 1746 , in cui una nobiltà incapace ed infingarda aveva ceduto la città in mano agli avidi austriaci e fu il popolo, con il suo sangue a dover prendere l’iniziativa della sua liberazione.  Si tratta solo di cominciare: Che l’Inse ?

 


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