Attualità
LA UE HA ORMAI GIA’ DECISO: PRONTI A SOSTITUIRE RENZI CON PADOAN! (di A.M. Rinaldi)
Le ultime scaramucce fra la Commissione UE/Germania e Renzi hanno fatto traboccare l’acqua dal bicchiere della pazienza nei corridoi di Bruxelles. Il ragazzotto di Palazzo Chigi non ha più il gradimento in Europa, non tanto perché è palesemente emerso che sia solamente un abilissimo venditore di fumo, ma il modo con cui si rapporta con i partners europei.
Non sono infatti più gradite le “abbaiate” nei confronti della Germania della Merkel, già in forte difficoltà per fatti suoi, e nella governance europea di Juncker, profuse solamente da Renzi in funzione di racimolare quel consenso interno che sta velocemente franando sotto i suoi piedi.
Premesso che se Renzi volesse fare veramente sul serio non dovrebbe svegliarsi ogni mattina con dichiarazioni pseudo anti-Commissione e pseudo anti-Merkel, ma agire con provvedimenti concreti. Ad esempio invece di “sbraitare” contro il bail-in in salsa tedesca dopo essersi all’improvviso accorto che è un metodo capestro per il sistema bancario italiano che espone i cittadini italiani a soprusi inauditi, avrebbe dovuto convocare il Consiglio dei Ministri e decretarne, in pochi minuti, la moratoria/sospensione “sine die” della regola europea sulla risoluzione bancaria, esattamente come tutti gli altri paesi stanno facendo nei confronti di altre regole ad iniziare da quella di Schengen.
In ogni caso a Bruxelles è maturata ormai la convinzione di “sostituire” al più presto Renzi con Padoan secondo lo stile già collaudato di preferire un mansueto uomo di fiducia devoto, come fu con Monti nel 2011, invece di rapportarsi con un ragazzo irrequieto di cui non ci si può fidare più di tanto. Una sorta di “fratello minore” di Monti che sia garante delle volontà europee in un momento in cui in Italia inizia l’insofferenza per i troppi errori e imposizioni compiute in nome di una Europa sempre più distante dai problemi reali che stanno affondando l’economia in modo irreversibile. Una specie di “commissario” nominato in quella che possiamo ormai considerare la “Colonia Italia”, disponibile ad eseguire fedelmente tutto quello che gli viene ordinato direttamente da Bruxelles senza battere ciglio e soprattutto senza fiatare e creare problemi ed imbarazzi.
D’altronde le frizioni fra il Capo del Governo italiano e il titolare del dicastero dell’economia sono ben note da molto tempo e ultimamente il ruolo di unico interlocutore “gradito” all’Europa è stato ricoperto proprio da quest’ultimo, come se di fatto l’investitura sia solo una questione di tempo.
Padoan ha il giusto pedigree per assolvere a questo compito: vice Segretario Generale nonché capo economista dell’OCSE e direttore esecutivo del FMI, praticamente la miglior garanzia possibile per i poteri forti finanziari europei ed internazionali, essendo un uomo perfetto per assolvere il compito di tutore nei confronti di chi non sa “rispettare” le regole. Sappiamo altresì molto bene che ogni tentativo pur timido di contrasto rispetto a questa linea scatenerebbe automaticamente una “rappresaglia” finanziaria stile 2011.
Rimangono solamente tre incognite da sciogliere: quando scatterà la sostituzione, se Padoan pretenderà la nomina a Senatore a vita come la pretese Monti e se anche questa volta gli italiani staranno zitti di fronte a questo ennesimo sfregio alla democrazia.
Antonio M. Rinaldi
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