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La UE fallisce nuovamente e manda solo 300 mila proiettili a Kiev. La Corea del Nord ne manda 350 mila a Mosca

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Munizioni da 155 mm

L’Unione Europea ha consegnato all’Ucraina solo un terzo del milione di proiettili d’artiglieria che aveva promesso, mentre il piano del blocco per aumentare la produzione di munizioni è in ritardo.
Bruxelles ha fornito a Kiev circa 300.000 proiettili da 155 mm da quando, all’inizio di quest’anno, ha firmato il piano per rafforzare le sue scorte in diminuzione, come riporta Bloomberg. Un report britannico parla di 350 mila proiettili mandati da Kim Jong-un in poche settimane alla Russia. 

Il piano prevedeva che gli Stati membri fossero incoraggiati ad attingere alle scorte esistenti prima di aumentare la capacità industriale e di unirsi per firmare ordini congiunti abbastanza grandi da convincere i produttori ad aumentare la produzione. Le spedizioni dovevano essere effettuate nell’arco di 12 mesi, con l’involucro finale che doveva essere consegnato agli ucraini nel marzo del prossimo anno.
Ma dopo più di sei mesi, l’iniziativa ha raggiunto circa il 30% del suo obiettivo complessivo.

Sulla base dei progressi attuali e del numero di contratti firmati finora, l’iniziativa rischia ora di non raggiungere la quantità di proiettili promessa, ha riferito Bloomberg. Il rapporto giunge tra i crescenti timori che la guerra tra Israele e Hamas possa distogliere gli aiuti militari e l’attenzione dalla guerra in Ucraina.

Il Pentagono sta pianificando di spedire a Israele decine di migliaia di proiettili di artiglieria che erano stati destinati all’Ucraina in seguito all’attacco di Hamas del 7 ottobre, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa statunitense Axios. Allo stesso tempo, gli Stati Uniti hanno incoraggiato l’Europa ad aumentare la produzione di proiettili da 155 mm per aiutare Kiev. Giovedì il presidente ucraino Volodymyr Zelensky esorterà ancora una volta i leader europei a sostenere con fermezza il suo Paese in un discorso video a un vertice a Bruxelles. Francamente, avrebbe più possibilità di ottenere le minuzioni scrivendo a Babbo Natale.

Stsoeniamo l’Ucraina… soffoncandola di parole

Ovviamente il blah blah politico a livello europeo sta raggiungerndo livelli siderali. Arrivando al vertice, Charles Michel, presidente del Consiglio europeo, ha dichiarato: “È fondamentale per noi chiarire che sosteniamo l’Ucraina per tutto il tempo necessario.
“Discuteremo su come sviluppare un maggiore sostegno“.

L’UE spera di impegnari altri 500 milioni di euro per finanziare le forniture di armi a Kiev da parte degli Stati membri. Briciole che durano l’arco di una settimana sul fronte ucraino, ma che permettono alla UE di riempirsi la bocca di vuote parole inutili.

Il fallimento organizzativo delle iniziative della UE; che sono state finanziate con una specifica misura discussa giorni e giorni, è evvidente: un 8 mesi la UE ha inviato 300 mila proiettili da 155 mm, in due settimane la Corea del Nord ne ha inviare 350 mila. Il modello organizzativo della Commissione è il puro, totale, fallimento, evidente a chiunque non fumi l’oppio delle parole dei funzionari della commissione. L’ambizione non produce proiettili. 

Si discuterà anche di un ulteriore sostegno a lungo termine di 20 miliardi di euro per le forze armate ucraine, che è ostacolato da una serie di oppositori, per cui questi miliardi arriveranno nei prossimi mesi, nei proossimi anni, praticamente mai.

Per dare un’idea della qualità delle discussioni che fanno in Commisione, i funzionari francesi hanno sostenuto che il sostegno deve essere condizionato alla consegna all’Ucraina solo di armi prodotte nell’UE, mentre i leader dell’Est e del Baltico hanno affermato che l’esclusione di armi statunitensi e britanniche rallenterebbe le consegne. Nel frattempo non vengono consegnate né une né le altre.

Attenzione che in tutto questo non ha peso Orban, e non ha ancora peso Roberto Fico, il neoleader della Slovacchia che non vuole inviare armi in Ucraina. Sulla carta , presto solo su quella, se prosegue la deindustrializzazione, la UE potrebbe mandare milioni di proiettili a Kiev, ma la UE non iresce a coordinare una cena, figuriamoci un processso relativamente complesso come la produzione di munizionamenti. Se non fosse per la NATO Putin domani potrebbe tranquillamente bere un caffé davanti a Palazzo Barlaymont. L’unica cosa che lo rallenterebbe sarebbe il limite deii 30 all’ora che vige a Bruxelles.

E il Parlamento vuole delegare più poteri a un’enete che non è in grado di compiere le funzioni più semplici.


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