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Il fallimento della UE in un solo grafico

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Dopo l’invasione dell’Ucraina nel febbraio 2022 l’Occidente si trovava di fronte a due alternative:

  • favorire un accordo rapido fra le parti, soprattutto quando l’attacco diretto a Kiev fallì e la situazione al fronte si stabilizzò;
  • intervenire massicciamente e senza limiti diretti, senza politica dell’escalation, nel conflitto.

La prima soluzione avrebbe salvato un qualche centinaio di migliaio di morti fra le due parti e poteva essere presentata ed eseguita, non come una resa, ma come un po’ di realpolitik che, alla fine , avrebbe salvato il salvabile. La seconda soluzione, più pericolosa, ma meno ipocrita, avrebbe messo in chiaro che l’uso della forza non sarebbe stato tollerato in Europa e, magari con l’anticipo della fornitura di aerei e mezzi corazzati (cosa che i vari paesi europei in passato hanno fatto a favore di paesi dalla qualità democratica molto più incerta, tipo il Sud Africa dell’Apartheid, che usava i Mirage F1, o la Libia di Gheddafi, i primi due che mi vengono in mente, ma la lista potrebbe andare avanti a lungo), avrebbe portato ad una conclusione nello scorso autunno.

Alla fine si trattava di applicare una frase del Vangelo: “Sia il vostro parlare si, si, no, no, tutto il resto viene dal diavolo”. Infatti il diavolo ci ha messo la mano e, con le sue vie, di poco meno lunghe e contorte di quelle dello Spirito Santo, ha consigliato di dare un po’ di aiuti militari, ma in modo graduale, con la tecnica dell’escalation che ha regalato il successo militare del VietNam (successo sudato, ma per i vietnamiti) e la straordinaria idea delle sanzioni economiche, una misura che ha quasi un secolo di vita e che in questo periodo non ha praticcamente mai avuto successo.  A memoria mi sovvengono i casi dell’Italia anteguerra, di Cuba, dell’Iraq, della Serbia. Le sanzioni non hanno MAI funzionato. Eppure tutti le hanno invocate come arma definitiva, incruenta, perfetta. eccovi un po’ di video, per ricordare:

Letta, allora segretario del PD

Draghi, allora presidente del Consiglio

Borrell che annuncia l’ennesimo pacchetto di sanzioni:

La Von Der Leyen che affermava di poter rompere la macchina che finanziava la “Macchina di guerra ” di Putin

Ora è passato più di un anno da quei momenti. Quali sono stati gli effetti delle scelte occidentali sulla Russia e sul conflitto?

  • Per l’economia russa ci aiuta il grafico di Robin Brooke, sicuramente non un putiniano, che mostra l’andamento del PIL della Russia e dell’Ucraina negli scorsi mesi
  • Confrontiamolo pure con quello dei sanzionatori, cioè il PIL dell’area euro , che non vediamo sicuramente crescere con successo negli ultimi 10 anni
  • le sanzioni non hanno accorciato di un giorno la guerra, non hanno indebolito la Russia, non hanno salvato una vita, da nessuna delle due parti;
  • le sanzioni non hanno neppure impedito un’escalation militare, perché alla fine i paesi occidentali hanno fornito le stesse armi che hanno rifiutato di fornire nel febbraio 2022, cioè MBT (ora ci sono Leopard 2, Abrams etc), aerei (gli ucraini si addestrano sugli F 16 da qualche mese), armi a lungo raggio. Alla fine si è fatto tutto, con l’unica limitazione del bilancio, dal lato USa, e della totale incapacità produttiva, dal lato europeo (vogliamo parlare dello scandalo dei proiettili da 155 mm?)
  • ormai, quasi ufficialmente, si confessa che comunque il secondo esportatore nella UE di prodotti petroliferi rimane, comunque, la Russia.

Di tutte le scelte che potevano essere fatte, è stata fatta la peggiore possibile. Una cosa quasi ovvia, quando si parla di “Politica” e di “Occidente”, come è quasi ovvio che, nonostante questa politica sia stata completamente fallimentare, da qualsiasi punto di vista la si guardi, chi l’ha espressa e appoggiata è ancora ai massimi livelli. Nessuno ha ammesso il proprio errore, neppure ha valutato un approccio alternativo.

Come scrissi in altre occasioni il male dell’Occidente è di decadenta intellettiva: manca  sempre un piano B.

 


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