Attualità
LA TASSAZIONE DEI ROBOT: SHILLER E LE FRONTIERE FUTURE DELLA TASSAZIONE
La crescita dell’automazione e, paradossalmente , della produttività del lavoro sta spingendo verso una ridefinizione, per ora solo teorica, dei sistemi di governo dell’economia e di tassazione.
A tal proposito il premio Nobel Robert J. Shiller ha scritto un ottimo pezzo pubblicato su Project Syndicate che potete leggere QUI. Si tratta di un testo generale, ma che coglie molto bene le basi del problema.
La robotizzazione, ma io definirei, in modo più ampio, l’alta automatizzazione dei processi produttivi viene a creare una situazione in cui, a consumo stabile, si crea una situazione di potenziale disoccupazione tendente al 100%. e questa sembra un’affermazione eccessiva guardiamo tre grafici che ci possono aiutare: la crescita dell’impatto sulla produttività del vapore, dei robot e della IT, e quindi la crescita della produttività di due paesi avanzati quali Australia e Stati Uniti.
Produttività USA
Ora la soluzione studiata da Shiller sul tema è logica dal punto di vista economico: una tassazione diffusa sulla robotizzazione, o meglio, direi, sugli investimenti in attività produttive capital intensive. Questa visione estremamente realistica e pratica prende le mosse alla considerazione che il neo-luddismo non può essere una soluzione e che una tassazione specifica , su singoli settori, viene ad essere altamente distorsiva. Un esempio potrebbe essere una tassazione elevata specifica dei robot nel settore automobilistico: una soluzione del genere comporterebbe un aumento dei costi delle auto a favore di mezzi e prodotti succedanei. Però, come indicato nel primo dei tre grafici sopra indicati la tassazione dovrebbe essere vista come più ampia , non solo riguardante la robotizzazione, ma allargare la tassazione ad ogni impegno di capitale, magari ponendolo su base progressiva e con lievi differenziazioni a seconda dei settori industriali. Un altro problema sarebbe la necessità di applicare questo tipo di imposta a livello mondiale, per evitare distorsioni commerciali: se questo non avvenisse ci sarebbe una ricollocazione delle aziende negli stati con tassazione più favorevole, con distorsioni nei rapporti di import export e nella ricadute ambientali. Se non si raggiungesse un accordo, cosa probabile, il WTO dovrebbe autorizzare l’applicazione di sanzioni e dazi ai paesi che rimangono fuori dall’accodo, in modo tale impedire che il sistema venga “Disarmato”.
Una soluzione di questo genere avrebbe il vantaggio di rendere possibile il mantenimento di uno stato sociale, però non viene a risolvere il rischio del mantenimento di un alto tasso di disoccupazione. Il lavoro possiede anche una funzione di carattere sociale che il superamento delle necessità primarie non viene a sostituire. Per questo motivo la soluzione fiscale moderata promossa dal professor Shiller avrebbe una ricaduta importante, ma solo economica. Una politica completa dovrebbe valutare anche le necessità di crescita ed educazione dell’uomo. In caso contrario, in un tempo brevissimo ci si troverebbe in una società fortemente dicotomica, con una minoranza educata da cui vengono a dipendere i processi produttivi ed una maggioranza assente e passiva.
Per questi motivi una soluzione come quella sopra indicata, a nostro parere , non potrebbe essere separata da una forte spinta degli investimenti e dei consumi, sia tramite incentivazione al mercato, sia tramite l’azione preponderante della mano pubblica. Questi processi di consumo ed investimento avrebbero anche non secondarie ricadute sull’avanzamento tecnologico e sul miglioramento nella qualità della vita. Penso al miglioramento profondo elle cure mediche gratuite, il prolungamento collettivo della vita, programmi tecnologici nelle comunicazione avanzati, l’esplorazione e la colonizzazione di aree attualmente prive di vita. Questi programmi incentivati e promossi dalla mano pubblica potrebbero creare un extra di consumo/investimento/produzione tale da non solo rallentare il processo di decadimento culturale, ma da invertirlo.
Grazie per l’attenzione
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