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La soluzione sovietica della Von Der Leyen al problema energetico. Ovvero come trasformare una crisi transitoria in una permanente

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Oggi la presidente della Commissione Europea è intervenuta durante la plenaria di Strasburgo per confermare le linee guida della Commissione nell’affrontare la crisi energetica, confermando la visione sovietica dell’economia e la scarsa comprensione dei veri meccanismi di mercato.

Cosa propone la Von Der Leyen?  Di raccogliere 140 miliardi di Euro per ammortizzare l’impatto delle bollette sui cittadini. Una cifra perfettamente insufficiente, risibile quasi, considerando che la Germania ne stanzia, da sola, 65 e il Regno Unito , extra UE, ma con gli identici problemi, oltre il doppio. Quindi la cifra di cui parla la commissione è assolutamente inadeguata perfino se confrontata con quella messa in campo, in teoria, dall’Italia e pari a soli 13 miliardi.

Per capire però la distorta mentalità sovietica della commissione dobbiamo anche valutare le fonti considerate: da un lato tassando gli extra utili delle fonti rinnovabili, dall’altra chiedendo un contributo alle società che trattano le energie fossili. Se apparentemente sembra una mossa di equità sociale, non considera che la crisi attuale è una crisi di scarsità dell’offerta la cui unica soluzione è appunto un aumento nella disponibilità del bene scarso energetico, sia dal punto di vista dell’energia elettrica, sia dal gas e delle altre fonti energetiche anche fossili. Al contrario  tagliare le risorse alle societa energetiche, di qualsiasi tipo, viene a ridurre gli investimenti possibili proprio in questo settore in crisi. Quindi si viene ad impedire un’adeguata creazione dell’offerta. La commissione avrebbe dovuto , se mai, vincolare queste risorse al reinvestimento nei settori energetici e lasciare mano libera ai singoli stati nell’intervento a favore dei consumatori e dei produttori, escludendo questi interventi dal patto di stabilità e incentivando la BCE ad intervenire sostenendo il debito, almeno per un periodo di tempo determinato.

Come sempre la Commissione a trazione socialisto-sovietica, si ricorda dei meccanismo del mercato solo quando si tratta di favorire qualche grosso gruppo finanziario o di spaventare gli Stati nazionali più democratici. Altrimenti utilizza un’impostazione dirigistica degna del miglior, o del peggior, Brezniev, salvo poi lamentarsi di Putin …

 


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