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La Russia costruirà un nuovo oleodotto per portare il petrolio in Serbia?

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Fra meno di due mesi, l’Unione Europea dovrebbe tagliare circa il 90% delle importazioni di petrolio dalla Russia. La decisione è stata annunciata a maggio come parte di un pacchetto di sanzioni adottato in risposta all’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca.

Anche se la Serbia non ha aderito a queste sanzioni, questa misura avrà probabilmente un impatto anche sulle sue forniture di petrolio. Secondo i dati del 2021, la Serbia produce circa il 20% del petrolio di cui ha bisogno e importa il resto (circa l’80%), soprattutto dall’Iraq. La Russia è il secondo fornitore, con quasi un quarto del petrolio importato in Serbia.

Attualmente il petrolio russo arriva in Serbia attraverso la Croazia. Dal terminale di Omisalj arriva a una raffineria di Pancevo attraverso l’oleodotto JANAF. Tuttavia, è probabile che le consegne si interromperanno poiché tutte le importazioni di petrolio via mare nell’UE (compresa la Croazia) saranno vietate a partire dal 5 dicembre.

Mentre le navi cisterna con petrolio russo non potranno più effettuare consegne nell’UE, il petrolio probabilmente continuerà ad arrivare in diversi Paesi europei attraverso Druzhba, una delle più grandi reti di oleodotti.

La Germania e la Polonia dovrebbero smettere di acquistare il petrolio russo dall’oleodotto entro la fine di quest’anno, mentre Ungheria, Slovacchia e Repubblica Ceca hanno ottenuto esenzioni temporanee per queste forniture, in modo da avere più tempo per ridurre la loro dipendenza dalla Russia.

Come già detto, anche la Serbia dipende dalle risorse russe. Per questo motivo, il Paese ha recentemente intensificato la cooperazione energetica con l’Ungheria. A giugno, ad esempio, hanno firmato un accordo che ha fornito alla Serbia uno spazio aggiuntivo per lo stoccaggio del gas. All’inizio di questo mese, l’Ungheria ha anche dichiarato di essere pronta ad aiutare la Serbia con le forniture di gas, se necessario.

Recentemente, i due Paesi hanno deciso di portare la loro cooperazione a un altro livello. Il 10 ottobre, l’Ungheria e la Serbia hanno concordato la costruzione di un nuovo segmento di oleodotto che garantirebbe le forniture di petrolio russo alla Serbia, collegando il Paese all’oleodotto Druzhba.

In alternativa, la Serbia sta valutando la costruzione di un oleodotto che passerebbe attraverso la Macedonia settentrionale e raggiungerebbe il porto di Durazzo in Albania, altro paese che non applica le sanzioni UE.

Il segmento di gasdotto da Pancevo a Skopje sarebbe lungo circa 400 chilometri e altri 300 chilometri sarebbero necessari per collegarlo da lì a Durazzo. Sarebbe molto più lungo dell’oleodotto che attraversa l’Ungheria (che dovrebbe essere lungo 128 chilometri), ma consentirebbe un’ulteriore diversificazione delle risorse petrolifere. Comunque una cosa è sicura: la Serbia continuerà a comprare petrolio russo, sanzionato o meno che sia dalla UE


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