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LA RIFORMA DEL MES? UN MODO PER CACCIARE L’ITALIA DALL’EURO, ed in modo sgarbato

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L’audizione di Giampaolo Galli di fronte alla commissione parlamentare Camera presieduta da Claudio Borghi ha aperto gli occhi a tutti, tanto che potrei anche proporla per intero, se non fosse un po’ lunga e necessiti una condensazione.

La riforma proposta che avrà il via libera definitivo a Dicembre, per cui bisogna intervenire con la massima urgenza, viene a spostare gran parte della responsabilità sui bilanci degli stati dalla Commissione al MES, Meccanismo Europeo di Stabilità, che non è un organo neanche minimamente democratico, ma puramente burocratico. Il MES diventa il dominus unico europeo economico, tanto che la Von Der Leyen nel suo discorso neppure si è occupata di problemi economici e finanziari.

Le idee veramente pericolose del MES, che lo rendono un disastro annunciato, non un aiuto, sono semplici ed evidenti:

  • i debiti sovrani DEVONO essere ristrutturati prima di aver accesso al MES, quasi in modo automatico, se il debito non viene ad essere giudicato sostenibile (DSA debt sustenibily analysis). Quindi la sola richiesta, anzi l’ipotesi di richiesta di accesso al MES, significa cancellare una parte del debito dello stato, con quello che ne deriva per i risparmiatori ed il sistema bancario di quel paese. L’idea, che poi è di matrice tedesca, è che le stringenti ed assurde norme applicate sino ad ora (fiscal compact etc) non hanno funzionato, per cui si vuole punire il “Moral Hazard” il rischio, che i politici “Cattivi” di alcuni paesi avrebbero assunto non riducendo il debito, senza rendersi conto che c’è un problema di consenso politico di base, ma parlando, come sempre ,in modo preconcetto;
  • In tutti i titoli di nuova emissione quindi dovranno essere introdotte le clausole “Single Limb”, che permettono la ristrutturazione di un debito pubblico con un  voto collettivo unico dei creditori, e non per singola emissione, semplificando quindi la procedura complessiva e rendendola spedita;
  • Il MES  dovrebbe “Facilitare” il dialogo fra stati e creditori, e quindi è lui a monitorare i programmi dei paesi che chiedono ristrutturazione. Alla fine il MES diventa la troika, quella vera, e tutto quindi passa per lei, a favore dei creditori. Praticamente tutta la democrazia di un paese viene ad essere cancellata; 
  • il MES riassume TUTTI i poteri della Commissione per la politica di bilancio, e li esercita “Dal il punto di vista del prestatore”. Quindi creiamo un mostro supernazionale, onnipotente, con poteri quasi assoluti secondo i trattati, che agisce NON nell’interesse degli stati, ma dei prestatori;
  • possibilità di prestiti anche per paesi con conti in ordine, ma che hanno problemi di liquidità temporanei di avere accesso al MES. Questo perchè se ristrutturo potentemente un paese posso mettere in crisi temporanea di liquidità i sistemi di altri paesi. La norma è rivolta specificamente a causare un default italiano e quindi a che questo non causi ricadute sui paesi vicini.

Questa riforma del MES è diretta specificamente contro l’Italia. Non c’è nessun altro caso potenziale di applicazione. Con l’approvazione di questa norma il nostro debito, il nostro sistema creditizio, i risparmi dei singoli cittadini, vengono tutti a cadere sotto il potere di un organo espressione dell’Europea centro-settentrionale che non ha nessun desiderio se non quello di utilizzarlo contro di noi. Tutto quello che è stato scritto e detto sulla materia è incredibilmente, assolutamente, esplicito.

Si tratta della spinta più potente fatta da un gruppo di stati e da una parte delle istituzioni europee per mettere l’Italia al di fuori dell’Euro. Con l’approvazione di una norma simile non abbiamo nessun interesse a permanere nell’euro: i danni di una ridenominazione del debito nella moneta nazionale sarebbero comunque inferiori a qualsiasi danno che potesse portare non una ristrutturazione con la partecipazione del MES, ma perfino l’ipotesi lontana della di una eventuale ristrutturazione. Infatti la sola ipotesi farebbe precipitare i corsi dei titoli di stato, anche perchè la ristrutturazione sarebbe immediata e precedente agli aiuti.

Personalmente sono scettico sull’euro e lo considero fallibile, anzi sicuramente ritengo che sarà un fenomeno passeggero nella storia. L’approvazione della riforma del MES accelererebbe questo processo, rendendo possibile se non probabile una crisi finanziaria definitiva nell’arco dei prossimi 36 mesi. I no euro, quelli decisi veramente a tutto, dovrebbero quasi augurarsi l’applicazione di questa normativa, che però provocherebbe un’uscita disordinata e caotica. Una norma come questa deve essere solo respinta, anche per l’arroganza con cui ce la vogliono imporre, anche a costo di porre un veto o di ritirarsi  dal MES, perchè a quel punto i danni di default sarebbe molto inferiori rispetto a quelli di  un ricorso al MES stesso, che noi paghiamo con i nostri soldi e che non abbiamo mai utilizzato. Chi vuole il bene del nostro paese, la salvaguardia dei suoi risparmi e di quelli dei cittadini, sia con l’Euro sia senza, non può che essere il primo nemico di questa riforma.

Tria votò a favore di queste riforme e questo appare sinceramente incredibile, un atto che da solo spiega come mail il governo giallo verde fosse, in realtà, un ostaggio di un potere assoluto, esterno e più forte.

 


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