Attualità
La psicoterapia ai tempi del Covid
«Oggi abbiamo un problema sanitario che tocca i nostri bambini e adolescenti, e che si aggiunge all’epidemia». Con queste parole, il presidente francese Macron ha annunciato l’ennesima rivoluzionaria iniziativa della terra che fu madre di ogni Rivoluzione: un buon trattamento psicoterapeutico per i bambini insoddisfatti del lockdown. Perché ce ne sono, sapete. Sembra impossibile, ma vi sono dei minorenni così minorati da non aver apprezzato la lodevole, tempestiva, duratura chiusura di ogni scuola, palestra, piscina per mesi e mesi in Francia, e non solo.
Pure in Italia si segnalano casi di ragazzi sull’orlo di una crisi di nervi. Com’è possibile che la generazione Covid-19 – cioè gli under 19 ai tempi del Coronavirus – non abbia apprezzato i risvolti civici, storici, diciamo pure etici, della zona rossa? E la scienza, meditabonda, si interroga. Ma pare che la rivista Lancet sia prossima a pubblicare uno studio scientifico in materia e, in qualche laboratorio di Oxford, taluni scienziati siano sul punto di venire a capo della dannata faccenda. È una questione psicologica, capite?
Questo trapela dall’approfondimento scientifico del tema. I ragazzi di oggi non sono come quelli di quando Eros Ramazzotti cantava “i ragazzi di oggi”. Avete presente? “Noi non ci fermeremo. Non ci stancheremo di cercare il nostro cammino”. Ecco, oggi i ragazzi si sono fermati perché non hanno resilienza: sono “stanchini”, come Forrest Gump. Lo ha capito la scienza. E quindi Macron, che è sempre un passo avanti, più del Berlusca del Novantaquattro, ha trovato la ricetta: più psicoterapia per tutti gli scolari renitenti alle terapie segregazioniste anti-Covid.
L’idea è così geniale da non poter andare sprecata. E allora ecco un’altra idea per la Von der Layen: includiamo il protocollo Macron nel Next Generation Eu. Dopotutto, il piano del Recovery è roba da psicanalisi: per l’Italia prevede 69 miliardi al “Green” (al “green”, mi sono spiegato?) e 19 alla sanità. Cioè, vista l’emergenza sanitaria in cui ci troviamo, pare scritto dal Norman Bates di Psycho. Perciò, data la sua configurazione da lettino freudiano, pare brutto destinare diciamo 10 miliardi a un piano organico di assistenza psichiatrica per la classe politica? Secondo noi, no.
Se ne hanno bisogno gli alunni, tanto più ne ha bisogno chi, nell’ordine: 1) ha invitato a mangiare involtini primavera quando il Covid arrivava dalla Cina; 2) ha spedito i primi contagiati presso le residenze per anziani (cioè, come dire: la strage sia con voi); 3) ha sconsigliato le autopsie quando le autopsie servivano come il pane, o forse proprio per questo; 4) ha suggerito tachipirina e vigile attesa (della morte) per un anno intero davanti a una malattia che esigeva una terapia (tranquilli: che le malattie esigano terapie lo dice “lascienza”, non i no-vax);
5) ha prima venduto tutte le mascherine italiane ai cinesi e poi comprato, a prezzo folle, mascherine tarocche dai cinesi; 6) ha fissato le rotelle ai banchi di scuola per favorire la fuga degli studenti dal contagio, perché il contagio corre, si sa; 7) ha pensato a creare un vaccino domestico dodici mesi dopo aver iniziato a dire che serviva un vaccino; 8) ha deciso di privilegiare gli anziani dopo un anno dalla scoperta che il virus uccide quasi solo gli anziani; 9) ha imposto obbligatoriamente un vaccino sperimentale alla categoria (medica) già più protetta in assoluto, in attesa di vedere l’effetto che fa. Ce n’è veramente da mandare ai matti un paese intero. Cominciamo a curare i più gravi.
Francesco Carraro
www.francescocarraro.com
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