Conti pubblici
La legge di bilancio 2026 e il vizio ricorrente della memoria corta (di Antonio Maria Rinaldi)
Colpo di scena in Senato: arrivano nuove risorse per salvare ZES Unica e Transizione 5.0. Le coperture dalle assicurazioni e il plauso dell’FMI sui conti italiani.

Il confronto politico che accompagna la legge di bilancio per il 2026 si è rapidamente trasformato in una disputa che rischia di smarrire i termini reali della questione. Le critiche rivolte all’iter della manovra vengono spesso presentate come la prova di una presunta anomalia istituzionale, quando invece si tratta di un processo che, nella storia recente del Paese, ha rappresentato più la regola che l’eccezione. A colpire non è tanto l’intensità della polemica, quanto la sua debolezza analitica e la scarsa aderenza alla memoria storica.
Negli ultimi decenni, indipendentemente dal colore politico dei governi che si sono succeduti, la costruzione delle leggi di bilancio in Italia è stata quasi sempre caratterizzata da percorsi complessi, negoziazioni prolungate, riscritture e approvazioni a ridosso delle scadenze. Governi tecnici, esecutivi di coalizione, maggioranze ampie o fragili hanno dovuto confrontarsi con vincoli strutturali sostanzialmente invariati: un elevato debito pubblico, una crescita economica moderata, la necessità di preservare la fiducia dei mercati finanziari e il rispetto degli impegni assunti in sede europea. In più di un’occasione, tali difficoltà hanno prodotto crisi politiche o manovre correttive successive, rendendo l’iter persino più problematico di quello attuale.
Alla luce di questa esperienza, risulta difficile sostenere che le tensioni odierne rappresentino una deviazione patologica dal funzionamento ordinario delle istituzioni. Colpisce piuttosto la selettività della memoria di chi oggi denuncia ritardi e complessità, dimenticando di aver giustificato, quando era al governo, procedimenti analoghi o più faticosi in nome dell’emergenza, della stabilità o della responsabilità nazionale. Una valutazione coerente imporrebbe di distinguere tra la fisiologia del processo decisionale e le reali inefficienze, evitando letture strumentali.
Il confronto europeo rafforza in modo decisivo questa impostazione. In particolare, il caso della Francia assume un valore paradigmatico. Uno dei principali Paesi fondatori dell’Unione, dotato di un peso politico ed economico determinante, incontra crescenti difficoltà nel giungere all’approvazione del bilancio, a causa di una frammentazione parlamentare che rende complessa la formazione di maggioranze stabili. Il ricorso all’esercizio provvisorio, pur consentendo la continuità amministrativa, segnala una fragilità del processo decisionale che incide sulla capacità di programmazione economica e sulla credibilità complessiva del sistema.
Il raffronto tra Francia e Italia non è dunque secondario. Se un Paese centrale nell’architettura dell’Unione Europea fatica a chiudere i conti pubblici in modo ordinato, appare quantomeno improprio descrivere l’esperienza italiana come un’eccezione negativa. Al contrario, la capacità di mantenere un percorso di approvazione della legge di bilancio, pur in un contesto politico ed economico complesso, rappresenta un elemento di stabilità che merita di essere valutato con maggiore equilibrio.
Occorre inoltre ricordare che le leggi di bilancio non sono più strumenti di politica economica pienamente discrezionali. I vincoli derivanti dall’appartenenza all’Unione Europea, tornati pienamente operativi dopo la sospensione legata alla pandemia, delimitano lo spazio delle scelte possibili. Deficit, debito e sostenibilità della spesa costituiscono parametri non negoziabili, entro i quali ogni governo deve muoversi se intende preservare la stabilità finanziaria e il proprio ruolo nello scenario internazionale. Ignorare questo quadro significa alimentare aspettative irrealistiche.
In tale contesto, la legge di bilancio per il 2026 si colloca lungo una linea di prudenza e realismo. Essa mira a conciliare l’esigenza di stabilizzazione dei conti pubblici con il sostegno alle componenti essenziali del sistema economico e sociale, evitando promesse difficilmente compatibili con il contesto macroeconomico. Al di là delle polemiche contingenti, il risultato è una manovra coerente con i vincoli esistenti e con le responsabilità che derivano dall’appartenenza europea.
La vera criticità del dibattito non risiede dunque nella manovra in sé, ma nella difficoltà, da parte di alcuni, di riconoscere la continuità delle regole che governano la finanza pubblica. Senza una memoria storica condivisa, il confronto politico rischia di ridursi a una contrapposizione sterile, priva di reale utilità per il Paese.
Antonio Maria Rinaldi
Domande e risposte
Perché sono stati aggiunti questi 3,5 miliardi alla Manovra? I fondi sono stati aggiunti perché le richieste delle imprese per accedere agli incentivi di Transizione 5.0 e ai crediti d’imposta per la ZES Unica del Sud hanno superato nettamente le previsioni iniziali. Senza questo stanziamento aggiuntivo, molte aziende che hanno pianificato investimenti sarebbero rimaste senza copertura finanziaria, bloccando di fatto progetti utili alla crescita economica e all’occupazione.
Chi paga per queste nuove risorse? La copertura finanziaria deriva principalmente dal settore assicurativo. Le compagnie di assicurazione verseranno un anticipo (sotto forma di acconto) del contributo destinato al Servizio Sanitario Nazionale, applicato come maggiorazione sulle polizze di responsabilità civile. È una soluzione tecnica che anticipa entrate future per coprire le spese immediate senza aumentare le tasse dirette ai cittadini.
Cos’è successo con l’oro della Banca d’Italia? È stato raggiunto un compromesso politico e giuridico. L’emendamento afferma il principio che le riserve auree appartengono al popolo italiano, soddisfacendo una richiesta politica della maggioranza, ma ribadisce che la loro gestione e detenzione rimangono esclusiva competenza della Banca d’Italia, garantendone l’indipendenza in linea con i trattati europei e le richieste della BCE.








You must be logged in to post a comment Login