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Energia

La Fusione Nucleare in Cina Fa un Passo Avanti: La Tecnologia HTS Apre Nuove Prospettive

L’utilizzo degli HTS permette alla cina di avanzare rapidamente, e a livello industriale, verso la fusione nucleare,. Ora i progetti di tokamak tradizionali, come ITER, sono oggettivamente morti.

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La Cina ha recentemente compiuto un significativo passo avanti nella ricerca sulla fusione nucleare, considerata la “soluzione definitiva” per l’approvvigionamento energetico dell’umanità.

La società Energy Singularity, con sede a Shanghai, ha annunciato di aver generato plasma nel suo reattore sperimentale HH70, grazie all’utilizzo di materiali superconduttori ad alta temperatura (HTS) e il suo lavoro non è ancora finito.

La chiave del successo: i materiali superconduttori HTS

La vera svolta risiede nell’impiego di nastri HTS, che consentono la creazione di campi magnetici più potenti rispetto ai superconduttori a bassa temperatura, e sono anche più economici e veloci da produrre.

La possibilità di avere fusione ad alta temperatura permette di realizzare magneti di contenimento del plasma molto più efficienti, che rischiedono una quantità enormemente inferiore di energia, oppure che possono operare in modo molto più semplice rispetto a quelli normalmente operanti ad bassa temperatura, vicina allo zero.

Questa tecnologia ha permesso a Energy Singularity di sviluppare un reattore tokamak “economicamente sostenibile” in soli due anni.

Superare l’ostacolo del raffreddamento

Uno dei principali ostacoli alla commercializzazione della fusione nucleare sono gli elevati costi di raffreddamento dei reattori. I reattori tradizionali, come l’ITER in Francia, richiedono sistemi di raffreddamento complessi per i loro magneti. L’utilizzo di materiali HTS riduce significativamente questa necessità, aprendo la strada a reattori con costi operativi più realistici.

Il sistema di raffreddamento dei magneti, fra l’altro,ha il problema di operare in vicinanza al plasma supercompresso e super riscaldato: come potete mantenere temperature vicino allo zero a breve distanz ada qualcosa di rovente?

La Cina in prima linea nella corsa alla fusione

La Cina si sta affermando come leader nella ricerca sulla fusione nucleare, grazie a una combinazione di fattori favorevoli. Il vasto mercato interno e l’industria manifatturiera matura hanno permesso la creazione di una filiera completa per i componenti necessari alla costruzione di reattori a fusione.

Inoltre, il progresso tecnologico e la disponibilità di materiali e attrezzature a costi sempre più accessibili rendono la commercializzazione della fusione nucleare una prospettiva concreta.

Tra l’altro la realizzazione degli HTS ha ricadute molto importanti in altri settori: ad esempio l’utilizzo combinato di HTS e motori stirling ha permesso di realizzare armi ad energia diretta prima impensabili.

Un futuro energetico più pulito e sostenibile

Se la fusione nucleare raggiungesse la maturità commerciale, rappresenterebbe una grande speranza nella lotta al cambiamento climatico. A differenza delle fonti energetiche tradizionali, la fusione nucleare non produce gas serra o scorie radioattive a lungo termine. Ora le premesse sono di raggiungere questo risultato per il 2030 a livello commerciale. Cioè fra sei anni

Prossimi passi verso la commercializzazione

Energy Singularity prevede di costruire un reattore più grande, l’HH170, entro il 2027, con l’obiettivo di rendere la fusione nucleare commercialmente valida dopo il 2030. Sebbene la ricerca sulla fusione e sui materiali HTS sia condotta a livello globale, la Cina sembra avere un vantaggio competitivo in questa corsa verso la tecnologia energetica del futuro.

Il progresso cinese nella fusione nucleare, grazie all’utilizzo di materiali HTS, rappresenta un passo significativo verso un futuro energetico più pulito e sostenibile. Inolte richiederà delle temperature di raffreddamento molto inferiori rispetto agli equivalenti occidentali studiati sino a qualche anno fa, come ITER. Anzi HH170 segna la morte del progetto ITER dal punto di vista industriale, scientifico e commerciale.

La combinazione di innovazione tecnologica, filiera industriale matura e investimenti mirati potrebbe consentire alla Cina di raggiungere la commercializzazione della fusione nucleare prima di altri paesi, aprendo nuove prospettive per l’approvvigionamento energetico globale


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