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La Francia taglia gli aiuti al Burkina Faso, e il Mali toglie il francese come lingua ufficiale

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Il governo francese ha annunciato la sospensione dell’assistenza finanziaria al Burkina Faso a causa della posizione del Paese dell’Africa occidentale sul colpo di Stato in Niger.

“La Francia sospende, fino a nuovo avviso, tutte le sue azioni di aiuto allo sviluppo e di sostegno al bilancio in Burkina Faso”, ha dichiarato il ministero in un comunicato, senza approfondire.

La decisione arriva pochi giorni dopo che le giunte al potere in Burkina Faso e in Mali hanno dichiarato il loro sostegno ai golpisti nigerini e hanno minacciato di considerare qualsiasi intervento armato contro la nuova leadership militare di Niamey come una dichiarazione di guerra.

Il colpo di Stato in Niger del 26 luglio ha visto la destituzione e la detenzione del presidente Mohamed Bazoum e la chiusura delle istituzioni nazionali. I militari hanno spiegato di aver deciso di “porre fine al deterioramento della situazione di sicurezza e al malgoverno”.

Bazoum, eletto nel 2021, ha accolto 1.500 truppe francesi in Niger lo scorso anno per combattere l’insurrezione jihadista nella regione africana del Sahel, dopo che la Francia si era ritirata dal Mali a causa del deterioramento delle relazioni con la leadership del Paese.

La Francia ha espresso allarme per la situazione in cui versa il suo unico partner militare rimasto nella regione del Sahel e, come altri leader occidentali e regionali, ha condannato la presa di potere.

Gli alleati del governo deposto, tra cui la Francia, hanno imposto sanzioni nel tentativo di costringere i leader militari a ripristinare l’ordine costituzionale, ma il generale Abdourahamane Tchiani – capo del governo di transizione – ha dichiarato che non si sottometterà alle minacce.

La Comunità Economica degli Stati dell’Africa Occidentale (ECOWAS) ha lanciato un ultimatum di una settimana ai vertici militari la scorsa settimana, avvertendo che avrebbe inviato truppe se Tchiani e il suo gabinetto di generali non avessero ceduto il potere e ripristinato il Presidente Bazoum. Il termine è scaduto domenica, inducendo il governo militare a chiudere lo spazio aereo del Paese fino a nuovo ordine.

La scorsa settimana, la nuova giunta del Niger ha revocato cinque accordi militari con la Francia risalenti al periodo compreso tra il 1977 e il 2020, in mezzo a una crescente ondata di proteste anti-francesi, con alcuni locali che accusano l’ex potenza coloniale di intromettersi nei loro affari.

Air France interrompe i voli per il Burkina Faso e il Mali

Nel frattempo Air France ha annunciato lunedì di aver interrotto i voli da e per il Burkina Faso e il Mali fino all’11 agosto, in seguito alla chiusura dello spazio aereo del Niger.

All’inizio di quest’anno, il Burkina Faso ha posto fine a un accordo militare che consentiva alle forze francesi di combattere le insurrezioni islamiste legate ad al-Qaeda e allo Stato Islamico. Il governo militare ha insistito sul fatto che Ouagadougou si sarebbe difesa autonomamente dalle minacce dei militanti. A questo punto l’ostilità fra i due paesi è aperta

Il Mali abbandona il francese come lingua ufficiale

Il francese cessa di essere la lingua ufficiale del Mali, dopo l’approvazione della nuova costituzione, cessando uno status che perdurava dal 1960, cioè dall’indipendenza. Altre 13 lingue del paese diventeranno lingue ufficiali e il francese resterà come “Lingua di lavoro”. Un ennesimo segno della decadenza del potere francese nell’Africa occidentale.


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