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La Federazione Russa potrebbe essere costretta ad aumentare le tasse. Nel frattempo il Rublo a quota 100
La Russia potrebbe dover aumentare le tasse su petrolio e gas per ricevere più soldi dall’industria energetica, considerando che le attuali entrate di bilancio inferiori al previsto e il rischio che le entrate di petrolio e gas rimangano inferiori per anni potrebbero far deragliare i piani di bilancio fino al 2026, secondo alla banca centrale russa.
“Uno dei fattori più importanti nella pianificazione della politica di bilancio a medio termine saranno i rischi di esaurimento della parte liquida dei fondi NWF e la stabilità dell’attuale regola di bilancio (la validità è basata su 8-8,3 trilioni di rubli nel 2023-2026 nelle entrate di base del petrolio e del gas),” ha affermato la Banca di Russia nelle linee guida per la politica monetaria fino al 2026, riportate dall’agenzia di stampa russa Interfax.
In base alla cosiddetta regola del bilancio, la Russia vende valuta estera dal suo National Wealth Fund (NWF) per compensare le carenze dei proventi delle esportazioni di petrolio e gas o effettua acquisti in caso di eccedenze.
“In condizioni di pressione delle sanzioni sulla Russia e di un graduale calo ciclico dei prezzi mondiali delle materie prime, esiste la possibilità che le entrate di petrolio e gas rimangano a lungo al di sotto della linea di base anche con un moderato indebolimento del rublo”, la bozza dicono le linee guida.
La scorsa settimana, mentre il rublo russo continuava a crollare, la banca centrale ha di fatto abbandonato temporaneamente la regola di bilancio dopo aver dichiarato che non avrebbe effettuato acquisti di valuta estera sul mercato interno dal 10 agosto fino alla fine del 2023, come mezzo per impedire il rublo dal precipitare ulteriormente.
Questa misura non ha però funzionato, almeno per ora, e il Rublo è sceso a 100 rispetto al USD.
Alla fine del mese scorso, il presidente russo Vladimir Putin ha firmato gli emendamenti al codice fiscale nel settore energetico che ridurranno lo sconto del greggio di punta della Russia Urals al Brent a $ 20 al barile da settembre da uno sconto di $ 25 ora. Le modifiche dimezzeranno anche i sussidi alle raffinerie russe da settembre 2023 a fine 2026. Già questa mossa riserverà maggiori risorse al bilancio russo. Il rischio è che questo riduca l’export, per cui può funzionare solo se l’Arabia Saudita mantiene una produzione bassa.
I sussidi dimezzati alle raffinerie consentiranno al bilancio russo di risparmiare 326 milioni di dollari (30 miliardi di rubli russi) di spese al mese, secondo il ministro delle finanze Anton Siluanov.
Quindi l’aumento della tassazione proposto dalla Banca Centrale russa è la terza gamba necessaria per il riequilibrio del Fondo di Stato russo in questa situazione militare. Una quarta gamba potrebbe derivare dall’aumento di export a fronte di accettazione delle valute occidentali, ma questo può accadere solo o con il contrabbando o con la vendita di greggio a paesi terzi, come l’India, che poi esportano il raffinato in USA ed Europa e quindi possono pagare in valuta forte.
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