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La Danimarca spende oltre 4 miliardi di euro per gli immigrati extra-europei. Un cattivo affare, ma non si può dire

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In Danimarca hanno iniziato a fare i conti, ed i risultati non sono buoni. Il costo netto dell’immigrazione non occidentale in Danimarca, al netto dei contributi fiscali, si è stato rivelato essere quasi 4,16 miliardi euro l’anno nel 2018, 31 miliardi di corone danesi.

 

Il ministero delle finanze danese ha rivelato nella sua relazione annuale che il costo ammontava a 31 miliardi di corone danesi (4,8 miliardi di dollari, per dare un altro parametro) nel 2018, una cifra che il leader del Partito popolare danese di opposizione, Kristian Thulesen Dahl, ha descritto come “astronomica”.

“La cifra si basa sulla spesa statale per i servizi pubblici relativi all’immigrazione e ai benefici assistenziali ricevuti dagli immigrati e includeva le spese statali per l’assistenza sanitaria, l’assistenza all’infanzia, l’istruzione e la cultura”,  “Al contrario, i contributi fiscali sono stati detratti dal totale”. Cioè la cifra sarebbe anche superiore, ma si sono detratte le tasse pagate dagli immigrati. Quindi la “Diversità” è solo un enorme salasso per le casse statali.

La maggior parte del denaro – 24 miliardi di corone danesi (3,4 miliardi di euro) viene speso per i migranti dalle nazioni MENAPT (Medio Oriente e Nord Africa più Pakistan e Turchia), che costituiscono il 55% di tutti gli immigrati non occidentali.

Questi migranti costano allo stato 85.000 DKK (euro 12.000) a persona rispetto ai soli 3700 di ogni altra persona di paesi non occidentali.

I 4,3 miliardi di dollari sono effettivamente diminuiti rispetto agli anni precedenti grazie alla Danimarca che persegue una linea più dura sull’immigrazione e tenta di eliminare i ghetti dei migranti.

Il Partito popolare danese vuole andare oltre “deportando il 70% degli immigrati entro il 2030, se hanno commesso un crimine, non hanno imparato il danese o sono disoccupati da molto tempo”.

All’inizio di quest’anno, la Danimarca ha lanciato una nuova politica sull’immigrazione contro la formazione dei ghetti, che vieta la formazione di zone con oltre il 30% di popolazione non occidentale.

Uno studio del 2016 dell’università di Copenhagen metteva in luce come la presenta di un vicinato variegato etnicamente erodesse la fiducia sociale.

 


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