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La Danimarca convoca gli USA per sospette operazioni di influenza in Groenlandia

Scoperte attività legate all’amministrazione Trump per la secessione della Groenlandia. Un caso che evidenzia la guerra per i minerali critici e le rotte artiche, con un impatto diretto sulle licenze minerarie e sull’approvvigionamento energetico.

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La Danimarca ha convocato l’inviato statunitense dopo che i servizi segreti hanno segnalato sospette operazioni di influenza in Groenlandia, un territorio artico ricco di minerali, fondamentale per le prospettive petrolifere offshore e i minerali critici, secondo quanto riportato mercoledì da Reuters, che ha descritto l’iniziativa come un tentativo di promuovere la secessione.

Questo sviluppo rende ancora più urgente la supervisione della politica di esplorazione e di estrazione mineraria, con i funzionari danesi che affermano che il caso potrebbe avere un impatto sui tempi di concessione delle licenze e sul controllo delle future rotte di esportazione.

Secondo quanto riportato dai media, almeno tre americani legati al presidente degli Stati Uniti Donald Trump hanno contattato politici e personalità groenlandesi e compilato elenchi di persone del luogo ritenute favorevoli o ostili agli obiettivi degli Stati Uniti. Il ministero degli Esteri ha definito inaccettabile tale attività. La missione degli Stati Uniti a Copenaghen è guidata dal chargé d’affaires Mark Stroh.

La Groenlandia contiene importanti giacimenti di terre rare e uranio, oltre a potenziali giacimenti offshore di idrocarburi non ancora sfruttati. La sua posizione vicino alle rotte marittime artiche emergenti sta aumentando il suo valore per il commercio di energia e le esportazioni di minerali, dato il progressivo assottigliamento dei ghiacci marini. Il profilo delle risorse posiziona la Groenlandia come fornitore di materiali a magneti permanenti per turbine eoliche e motori elettrici, mentre l’uranio svolge un duplice ruolo energetico. I pianificatori occidentali guardano alla Groenlandia anche per i catalizzatori e le materie prime per lo stoccaggio in rete.

All’inizio di quest’anno, i funzionari statunitensi hanno esercitato pressioni sul progetto Tanbreez affinché aggirasse gli acquirenti cinesi, sottolineando come la concorrenza sui minerali critici stia plasmando la politica artica e le strategie di approvvigionamento. La vicinanza dell’isola all’Artico la rende un obiettivo logico per l’approccio transazionale del presidente Trump volto a garantire l’approvvigionamento di energia e minerali. Gli investitori notano che i corridoi artici potrebbero accorciare i viaggi per il greggio e il GNL. Le finestre di accesso stagionali rimangono limitate, ma si stanno ampliando.

I leader locali hanno mantenuto un atteggiamento cauto nei confronti dell’estrazione su larga scala. Le preoccupazioni ambientali e sociali hanno rallentato gli sforzi per trasformare il territorio in una superpotenza mineraria, nonostante la crescente domanda di materiali utilizzati nelle turbine eoliche, nelle batterie e nei sistemi di difesa. I funzionari di Nuuk e Copenaghen continuano ad affermare che l’isola non è in vendita. Il gabinetto della Groenlandia continua a valutare i parametri ambientali, le assunzioni e la ripartizione dei ricavi prima di portare avanti i progetti.

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