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La Cina si prepara ad essere il primo paese a riconoscere i Talebani, e Biden deve mandare più soldati

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Alla fine del mese scorso il mondo ha visto l’insolito filmato di comandanti talebani ricevuti calorosamente dal ministro degli esteri cinese Wang Yi nella città cinese di Tianjin. Quel viaggio includeva il cofondatore del gruppo terroristico islamico, il mullah Abdul Ghani Baradar, figlio del mullah Omar, in una rara visita ampiamente vista come un tentativo dei jihadisti di ottenere “legittimità” all’estero.

Sembra aver dato i suoi frutti, visto che ora in un momento i talebani stanno mettendo a segno vittoria e vittoria sul campo puntano al tanto agognato prezzo di Kabul. E ora US News and World Report scrive che “la Cina è pronta a riconoscere i talebani come il legittimo sovrano dell’Afghanistan se riesce a rovesciare il governo appoggiato dall’Occidente a Kabul, ha appreso US News, una prospettiva che mina la fonte rimanente dell’amministrazione Biden. di leva sulla rete degli insorti mentre continua la sua sorprendente campagna per riprendere il controllo”.

In teoria Pechino sarebbe per una soluzione concordata fra governo e talebani, ma i militari hanno avvisato Pechino che la questione si sta avviando al termine e di prepararsi al riconoscimento formale.

La sconfitta degli Usa è talmente imbarazzante che ormai molti chiedono a Biden di intervenire.

In mezzo alla crescente pressione per affrontare la crisi che sta vedendo una rapida evacuazione di emergenza dall’ambasciata degli Stati Uniti a Kabul con l’assistenza del Pentagono, il presidente Biden ha affrontato  la gravissima situazione nella tarda giornata di sabato. La sua prima mossa è stata quella di annunciare un aumento del dispiegamento della sicurezza statunitense a Kabul per assistere l’evacuazione del personale diplomatico statunitense.

“Ho autorizzato il dispiegamento di circa 5.000 soldati statunitensi per assicurarci di poter disporre di un prelievo ordinato e sicuro del personale statunitense e di altro personale alleato”, ha detto mentre riconosceva l’avanzata dei talebani. Ironia della sorte, negli ultimi mesi si è assistito a un ritiro costante di altrettante truppe – e ora invece questo ritiro viene ad essere invertito.

Il fatto è che questo cambiamento sembra solo un modo per proseguire l’agonia sino all’undici settembre e permettere a Biden di dichiarare “Missione conclusa”. Una vera e propria presa in giro per i militari che si sono impegnati negli ultimi 20 anni.

 


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