Analisi e studi
La Cina prosegue la sua decrescita demografica. Non nascono più bambini
La popolazione cinese è diminuita ancora una volta l’anno scorso, dopo aver registrato il primo calo in sei decenni nel 2022, in quanto il tasso di natalità ha toccato un nuovo minimo e il tasso di mortalità ha raggiunto un picco che non si vedeva da più di mezzo secolo, come riportato dal SCMP.
La popolazione complessiva della Cina continentale è diminuita di 2,08 milioni lo scorso anno, passando a 1,4097 miliardi di persone, rispetto ai 1,4118 miliardi del 2022, secondo i dati ufficiali pubblicati mercoledì dalle autorità cinesi.
In un contesto di calo dell’interesse per i figli, l’anno scorso sono nati 9,02 milioni di bambini, in calo del 5,6% rispetto ai 9,56 milioni del 2022, secondo l’Ufficio Nazionale di Statistica.
I ricercatori hanno avvertito che la seconda economia mondiale, dopo aver beneficiato in modo significativo di un dividendo demografico, dovrà affrontare sfide quali un minor numero di persone in età lavorativa, una minore capacità di spesa e un sistema di previdenza sociale in difficoltà a causa del cambiamento demografico. Ecco il grafico relativo alla popolazione cinese:
Un tasso di natalità in calo significa una forza lavoro in continua diminuzione, che “porterà inevitabilmente a una crescita economica più lenta”, ha dichiarato Lin Caiyi, vicepresidente del China Chief Economist Forum Research Institute.
“Anche la pressione sulle spese per le assicurazioni sociali aumenta di anno in anno con l’invecchiamento della popolazione”, ha affermato Lin Caii. Arriverà qualche austero europeo a insegnare anche a loro a fare i conti, come la Fornero.
Il calo del numero di nuovi nati dello scorso anno ha portato al tasso di natalità più basso dall’inizio delle registrazioni nel 1949, con 6,39 nascite ogni 1.000 persone rispetto alle 6,77 del 2022.
La popolazione complessiva della Cina è destinata a subire un calo più marcato nei prossimi anni, ha dichiarato il professor Peng Xizhe del Centro per gli Studi sulla Popolazione e le Politiche di Sviluppo della Fudan University.
È quasi certo che la popolazione continuerà a crescere in maniera negativa Secondo il docente quando la nube della pandemia di coronavirus si diraderà e le politiche pronataliste “faranno più o meno la differenza”, il numero di nuovi nati all’anno potrebbe riprendersi un po’ ma è improbabile che superi i 10 milioni, ha detto.
“Un aumento dei decessi legati alla Covid-19 potrebbe essersi verificato all’inizio del 2023… In prospettiva, con l’invecchiamento della popolazione, i decessi annuali continueranno a crescere in futuro, superando i 10 milioni di persone ogni anno”, ha affermato Peng. “Pertanto, dato che i decessi superano le nascite, è quasi certo che la popolazione continuerà a crescere negativamente”.
La Cina quindi si sta “Giapponesizzando”, ma, a causa delle politiche demografiche degli anni novanta, lo fa con una velocità perfino superiore a quanto accaduto nel suo vicino. Una crisi di non semplice soluzione, a cui il governo sta rispondendo con una’esaltazione dei valori positivi della natalità e anche dei nonni, visti come una colonna della continuità sociale.
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