Attualità
La Cina ha costruito con proprie tecnologie un porto automatico e intelligente
Sei anni dopo l’entrata in funzione del primo terminal portuale per container completamente automatizzato della Cina, il paese dispone ora di un sistema di gestione e controllo portuale intelligente e completamente indipendente.
La struttura è stata inaugurata il mese scorso nella nuova terza fase del Qianwan Container Terminal del porto di Qingdao. La tecnologia prodotta internamente significa che la Cina, che ospita i terminal container più automatizzati del mondo, può ora costruire e gestire le proprie linee di produzione di terminal senza fare affidamento su componenti o tecnologie occidentali.
Il mese scorso il Ministero dei Trasporti ha dichiarato che la Cina ha 18 terminal in funzione in vari porti e altri 27 sono in costruzione o in fase di ristrutturazione.
Il primo terminal container completamente automatizzato del Paese è entrato in servizio a Qingdao nel 2017. Si basava su sistemi informativi complessi che erano “monopolizzati da produttori stranieri”, ha dichiarato Chen Qiang, il vice direttore delle tecnologie informatiche del porto, in un articolo pubblicato lunedì dal quotidiano statale Guangming Daily.
I terminal container automatizzati, che caricano e scaricano autonomamente il carico tra le navi e i veicoli di trasporto, richiedono un software complesso. Gli oltre 28.000 componenti della terza fase del terminal automatizzato – sia hardware che software – sono stati prodotti dai team di ricerca del porto insieme a 20 aziende manifatturiere nazionali, si legge nel rapporto.
La tecnologia non solo ha incrementato l’efficienza dei terminal, ma potrebbe anche consentire al Paese di ampliare ulteriormente il proprio vantaggio nell’adozione globale dell’automazione. Ora questi porti automatici potranno essere venduti all’estero.
“Il team di ricerca ha scomposto pezzo per pezzo più di 1.500 processi aziendali e classificato più di 2.200 funzioni di sistema” per creare un primo prototipo, ha aggiunto Chen, mostrando come qualsiasi esportazione in Cina diventa uno strumento di ingegneria inversa che poi crea un nuovo concorrente.
Secondo il Guangming Daily, il nuovo sistema della terza fase del terminal ha stabilito un nuovo record nel settore già una settimana dopo la sua entrata in funzione, con un’unica macchina che carica e scarica 60 unità di container standard all’ora. Il sistema è anche dotato di camnio a guida autonoma per il trasferimento dei container in modo comandato centralmente.
Solo quattro dei 350 porti americani sono automatizzati, grazie soprattutto alla resistenza dei sindacati dei lavoratori portuali.
La sezione canadese dell’International Longshore & Warehouse Union, che opera anche negli Stati Uniti, ha dichiarato nel 2019 che l’automazione dei terminal portuali della British Columbia avrebbe “ucciso migliaia di posti di lavoro”.
Il mese scorso il ministero dei trasporti cinese ha dichiarato che continuerà a implementare la tecnologia intelligente nelle vie d’acqua del paese. La Cina ha anche iniziato a condividere la tecnologia di automazione portuale di produzione nazionale con i Paesi dell’Iniziativa Belt and Road, spiazzando le aziende occidentali che avevano sviluppato la tecnologia di base dei porti a funzionamento automatico.
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