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Euro crisis

LA CAPITOLAZIONE DI TSIPRAS E IL NEO-NAZISMO EUROPEO (di Giuseppe PALMA)

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euro-nazista

Dopo che il premier greco, nella tarda serata di giovedì 9 luglio, ha presentato ai creditori una sua proposta lacrime e sangue peggiorativa rispetto all’ultimatum che le Istituzioni creditrici gli avevano posto il 26 giugno e sul quale aveva indetto referendum popolare, l’Eurogruppo – riunitosi sia sabato 11 che domenica 12 luglio – ha presentato a Tsipras una controproposta a dir poco umiliante e fortemente invasiva della sovranità nazionale, successivamente edulcorata (ma non troppo) dal Consiglio europeo tenutosi ad oltranza nella notte tra domenica e lunedì.

Alla fine l’accordo c’è stato!

Toni trionfalistici sui media di regime e da parte dei partiti falso-europeisti: l’Euro è salvo e l’Europa ha dimostrato unità politica e senso di responsabilità !

 

Tutte MENZOGNE che meritano un’operazione verità!

 

In primo luogo è opportuno evidenziare che la “questione greca” ha ancora una volta dimostrato, nonostante non ve ne fosse alcun bisogno, tutti i limiti dell’Euro: i 19 Stati dell’Eurozona, avendo perso sovranità monetaria, sono costretti ad andarsi a cercare la moneta andandosela a prendere dai cittadini oppure chiedendola in prestito ai mercati dei capitali privati, ai quali va restituita con gli interessi. Il che rende il debito pubblico un problema enorme, a differenza invece del debito pubblico degli Stati a moneta sovrana che possono creare moneta dal nulla (dal latino fiat)! Argomento che ho approfondito più volte e sul quale non mi soffermerò!

Per quanto riguarda la Grecia la situazione è ancora più complessa: oltre a dover sottostare ai meccanismi di cui sopra (comuni a tutti i Paesi della zona euro), si è trovata costretta a prendere in prestito la moneta dalle Istituzioni (UE, quindi fondi salva-Stati, BCE e FMI) che – al pari delle banche private – lo rivogliono indietro con gli interessi!

 

Se volete, al fine di avere un quadro completo, potete rileggere la proposta che Tsipras ha presentato alle Istituzioni creditrici nella tarda serata di giovedì (https://scenarieconomici.it/stai-attento-caro-tsipras-che-a-giocare-coi-soldi-e-col-popolo-ci-rimetti-le-penne-di-giuseppe-palma/).

 

Ecco cosa prevede sommariamente l’accordo tra Consiglio europeo e Grecia concluso nella prima mattinata di ieri, 13 luglio.

 

La Grecia si impegna:

  1. ad approvare – ENTRO TRE GIORNI (cioè entro domani, 15 luglio) – l’aumento dell’IVA, la revisione del sistema pensionistico e ad introdurre una clausola con la quale si obbliga a tagliare la spesa pubblica in modo “semi-automatico” se non si raggiungono gli obiettivi di bilancio, il tutto sotto la super-visione dell’ex Troika (oggi Brussels group);
  2. ad introdurre (sempre entro il 15 luglio) un innalzamento del contributo sanitario dal 4% al 6% su tutte le pensioni (comprese le pensioni minime), anche nell’ottica di una più ampia riforma dell’intero sistema previdenziale;
  3. ad approvare una riforma del codice di procedura civile (entro il 22 luglio) che velocizzi i tempi della giustizia e migliori l’efficienza dei Tribunali;
  4. a dare piena attuazione al Fiscal Compact con l’introduzione del cosiddetto “pilota automatico”, vale a dire che i tagli alla spesa pubblica scatteranno in maniera automatica qualora non si realizzassero gli obiettivi di avanzo primario (all’1% nel 2015, al 2% nel 2016, al 3% nel 2017 e al 3,5% dal 2018 in avanti);
  5. ad avviare un piano di privatizzazioni (energia elettrica, porti, aeroporti etc…) e liberalizzazioni (delle professioni e delle attività commerciali);
  6. a costituire un Fondo nel quale far confluire il denaro (50 miliardi di euro) proveniente dalle privatizzazioni. Il predetto fondo sarà gestito dal Governo greco ma sotto la super-visione dell’ex Troika. I 50 miliardi di questo Fondo serviranno sostanzialmente a garantire le Istituzioni creditrici dell’ulteriore prestito concesso alla Grecia. In pratica un ERF (European Redemption Fund) in miniatura!

 

Il Consiglio europeo (composto dai capi di Stato e di Governo dei 28 Paesi dell’UE) si impegna:

  1. ad intervenire – nell’arco di tre anni – con un pacchetto di aiuti finanziari pari ad un totale di circa 82-86 miliardi di euro (di cui 24 destinati esclusivamente al sistema bancario);
  2. ad accordare un prestito ponte di 7 miliardi entro il 20 luglio e 5 miliardi entro metà agosto (in modo tale che la Grecia possa ripagare il prestito al FMI scaduto il 30 giugno di 1,6 mld ed il prossimo nei confronti della BCE in scadenza il 20 luglio di 3,6 mld).

 

Ciò premesso, appare dunque evidente che le misure imposte a Tsipras e da questo accettate, oltre ad essere ben peggiori di quelle sulle quali il premier greco aveva indetto il referendum, sono misure recessive che impongono altra AUSTERITA’.

Questa è l’Europa dell’Euro: “se non vuoi morire, devi sottostare ai miei diktat e far morire il tuo popolo! Quello che conta è che hai i conti pubblici in ordine e riesci a ripagarmi i prestiti con gli interessi!”. Questa moneta unica non lascia scampo, è fatta così!

E dire che tutto questo, con la sovranità monetaria, non si sarebbe mai verificato!

Inoltre, come si può pensare che la Grecia possa tornare a crescere se si aumenta l’IVA sulle attività di ristorazione e su quelle alberghiere, o si eliminano le agevolazioni fiscali alle isole turistiche? Oppure, come si può pensare che applicando il Fiscal Compact ci possa essere crescita economica? Ve lo ricordate cosa prevede il FISCAL COMPACT? Un ripassino non guasta:

  • significativa riduzione del rapporto fra debito pubblico e PIL al ritmo di un ventesimo all’anno (5%), fino al raggiungimento del rapporto del 60% sul PIL nell’arco di vent’anni;
  • obbligo del perseguimento del pareggio di bilancio;
  • obbligo di non superamento della soglia di deficit strutturale superiore allo 0,5% del PIL (e superiore all’1% per i Paesi con debito pubblico inferiore al 60% del PIL).

 

Un Paese già in recessione – e con gravissimi problemi socio-economici – non può in alcun modo uscire da una crisi se gli si impedisce di spendere a deficit imponendogli addirittura ulteriori e insostenibili misure recessive!

Tsipras, a conti fatti, ha condannato a morte il suo popolo! E dire che è stato proprio lui a chiedere ai suoi concittadini di votare NO al referendum del 5 luglio (che lui stesso ha indetto)! Nonostante il 61,31% dei greci si siano espressi contro le misure di austerità imposte dall’ultimatum dei creditori del 26 giugno, questo capo-popolo incapace e figlio della peggiore sinistra radical-chic europea ha condannato i greci ad altri lunghi anni (se non addirittura decenni) di disoccupazione, disperazione e povertà!

Del resto, cosa ci si poteva aspettare da uno che ha accettato l’imposizione straniera che lo costringe ad approvare – in casa sua – alcune pesantissime riforme in appena tre giorni?

Nemmeno quel criminale di Hitler era mai arrivato a tanto: alla Francia collaborazionista del generale Pétain la Germania nazista lasciò apprezzabili margini di autonomia! Nel caso greco, invece, l’UE germanocentrica ha imposto l’ordine tassativo di realizzare riforme strutturali in appena tre giorni, oltre alla creazione di un Fondo di 50 miliardi da rimpinguare con i beni del patrimonio pubblico greco (oggetto di privatizzazioni) allo scopo di garantire i prestiti degli strozzo-creditori e di far arricchire le multinazionali che vi metteranno le mani!

Ma non stupitevi, non c’è assolutamente nulla da meravigliarsi. Se Tsipras è un vile traditore del suo popolo, questa UE rappresenta – appunto – il neo-nazismo continentale: al posto delle bombe usa sia il denaro che il debito, ma il frutto è sempre lo stesso: sottomettere i popoli e la democrazia non per mirare all’espansione territoriale bensì per tutelare il capitale internazionale!

Cambiano i tempi e le modalità, ma gli scopi sono sempre gli stessi! Un tempo si usavano i carri armati e le mitragliatrici, con l’inconveniente che i morti che ne derivano suscitavano indignazione e facevano clamore. Oggi, invece, si usano il ricatto del denaro e il terrore del debito, con la differenza che i morti che questi provocano non suscitano alcun clamore, quindi non possono creare la sufficiente base di indignazione per rovesciare il sistema-crimine!

 

Sarò sul letto di morte (spero tra cent’anni) e ancora ricorderò i crimini compiuti in questi anni in nome dell’Euro…. “tre giorni, hai solo tre giorni per fare le riforme altrimenti non ti diamo più un soldo e sarai costretto al default”… vi rendete conto dove siamo arrivati?

 

A questo punto qualcuno potrebbe anche chiedersi, legittimamente, a cosa sia servito il referendum popolare del 5 luglio. La risposta è semplice: a NULLA! La democrazia, per questa UE, non conta assolutamente niente, anzi è nemica da esautorare, o, se necessario, da abbattere!

 

W l’Europa! W l’Euro! Ci vuole più Europa! Gioite falsi europeisti, gioite… il tempo e la Storia ve ne chiederanno conto! E sperate che a chiedervene conto non sia anche il buon Dio!

 

Giuseppe PALMA

 

 

 


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