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La campagna vaccinale europea? Numeri alla mano, un colossale fallimento. Bisogna cambiare paradigma.

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La campagna vaccinale europea è l’esempio più lampante di fallimento Organizzativo dell’unione e di quanto questa costruzione sia qualcosa di assolutamente dannoso che non risolve i problemi, ma li crei. Passiamo alle cifre:

  • l’Italia ha ricevuto una quantità di vaccini minimale rispetto alle necessità essendone arrivati solo 450 mila. Consideriamo che, per tentare di avere un base d’immunità, se ci può sperare. Nonostante questo solo il 7,5% dei vaccini è stato inoculato, con il rischio di far scadere anche parte della fornitura. Alla fine non c’è l’organizzazione per gestire le vccinzioni di massa;
  • il problema non è solo nostro, perchè anche il Germania i numeri dei vaccinati non sono per niente entusiasmanti con percentuali da prefisso telefoni, qualche volta internazionale. Nell’Unione solo la Danimarca è partita seriamente, con uno 0,51% della popolazione già vaccinata. Il Regno Unito è già a, 1,47%, ma Israele ha superato il milione e punta oramai oltre 8%. Israele, stato piccolo e fuori dai giochi,  fa molto, ma molto meglio dei  mostri burocratici come quelli di Bruxelles.
  • nel frattempo il Regno Unito ha già approvato  il vaccino Astra Zeneca, come faranno presto anche gli USA, mentre l’Unione aspetta, aspetta….

In Italia quindi abbiamo fatto, dal 28 al primo gennaio 35 mila vaccini. Solo ieri ci sono stati 23 mila cai di positività, e parliamo solo di quelli identificati con i test. Possiamo azzardare che ne siano stati almeno altri 10 mila non rilevati dai test perché asintomatici o confusi con  l’influenza? Quindi abbiamo circa n 900 mila positivi al mese, gente che, per fortuna, guarisce in massima parte. Quando arriveremo a vaccinare un milione di persone in un mese, con la carenza dei vaccini?  Quanti mesi saranno necessari a coprire il minimo per parlare d’immunità di gregge, se questa mai si produrrà?

Quindi la via vaccinale appare veramente complessa da percorrere e richiederà tempi lunghissimi. L’Unione ha mostrato tuta la sua inefficienza ed il governo Conte non è stato da meno. Che si può fare? Bisogna tornare alla medicina e curare i malati con casi più gravi e preoccupanti. Concentrarsi su protocolli terapeutici a tutti i livelli, da quelli iniziali a quelli più gravi e qui dovrebbero intervenire sia AIFA sia le facoltà universitarie, utilizzare su ampio spettro, anche sul pubblico, i protocolli sperimentali.

Del resto i vaccini sono tutti protocolli sperimentali, tanto che sono utilizzabili, ma con  divieto di commercializzazione, semplicemente perchè non abbastanza studiati. Quindi dovremmo trattare il Covid-19 per quello che è una malattia da curare, anche con medicinali sperimentali, non una sorta di peste bubbonica a cui applicare un vaccino che non c’è e che, comunque, questo richiede fiducia nelle strutture mediche, e nei medici stessi, a cui dovrebbe essere lasciata la scelta di un’apia alternativa di farmaci, ma soprattutto affrontare il tutto con grande sangue freddo e praticità. Quella che non si vede da nessuna parte.


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