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La Bulgaria nell’Euro dal 1° gennaio: Bruxelles tira dritto nonostante il caos politico e l’assenza di bilancio

Bulgaria nell’Euro dal 1° gennaio: via libera UE anche senza governo né bilancio. Inutile l’opposizione di piazza.

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Bruxelles ha parlato, e la sentenza è inappellabile. Non importa se a Sofia non c’è un governo, non importa se il bilancio dello Stato non è stato approvato e non importa se una parte della popolazione è scesa in piazza. Dal 1° gennaio, la Bulgaria entrerà nell’Eurozona. Lo ha confermato oggi un portavoce della Commissione Europea, chiudendo di fatto la porta a qualsiasi speculazione su un possibile rinvio tecnico o politico.

La situazione, vista con gli occhi di un osservatore economico razionale, appare paradossale, ma perfettamente in linea con le logiche del “pilota automatico” europeo. Alla domanda se l’instabilità politica bulgara potesse far deragliare il percorso, la risposta da Bruxelles è stata gelida e tecnica: “I requisiti sono stati soddisfatti, le decisioni prese. L’ingresso avverrà”.

Un Paese senza guida, ma con la moneta unica

Mentre l’Europa burocratica celebra l’allargamento, la realtà interna bulgara racconta una storia diversa, fatta di incertezze che farebbero tremare i polsi a qualsiasi economista keynesiano attento alla stabilità sociale. Ecco il quadro della situazione a Sofia:

  • Vuoto di Potere: Il Paese si appresta a cambiare valuta senza un esecutivo nel pieno delle sue funzioni.

  • Assenza di Bilancio: Per il secondo anno consecutivo (e per la quarta volta in pochi anni, considerando il 2022, 2023 e ora il 2025), la Bulgaria inizierà l’anno senza una legge di bilancio approvata.

  • Opposizione tardiva: Il partito “Vazrazhdane” (Rinascita) ha annunciato un disperato tentativo parlamentare per chiedere un rinvio di un anno, citando l’articolo 5 dell’Atto di adesione, ma la mossa appare ormai velleitaria di fronte ai trattati già siglati.

Il trionfo della tecnica sulla politica e sulla democrazia

È interessante notare come la classe dirigente tecnica veda la questione. L’ex viceministro delle finanze Ljubomir Datsov, ora membro del Consiglio Fiscale, ha commentato con disarmante franchezza: “Non vedo alcun problema tecnico. Siamo in una fase tale che non vedo cosa possa accadere”. Certo, cambiare le banconote è tecnicamente semplice, come è facile importare inflazione e causa la partenza di un devastante ciclo di Frenkel.

In sostanza, il cambio della moneta è visto come un mero aggiornamento software, slegato dalle dinamiche democratiche o dalla capacità di spesa dello Stato. Il Consiglio Fiscale ha ricordato che la Bulgaria ha già vissuto periodi senza bilancio (tra il 1991 e il 1997), quasi a voler normalizzare l’emergenza.

Tuttavia, il dato politico resta macroscopico. Nonostante le manifestazioni di piazza contro l’adozione della moneta unica e la paralisi istituzionale, il vincolo esterno ha prevalso. La Bulgaria adotterà l’Euro, che i bulgari lo vogliano o meno, dimostrando ancora una volta che nell’attuale architettura europea, l’integrazione monetaria viaggia su un binario separato, e spesso impermeabile, rispetto alla volontà popolare e alla stabilità politica nazionale.


Domande e risposte

È possibile che l’ingresso della Bulgaria nell’Euro venga ancora bloccato? No, le possibilità sono praticamente nulle. Come confermato dal portavoce della Commissione Europea, tutte le decisioni formali sono state prese e i requisiti tecnici (inflazione, deficit, stabilità del cambio) sono stati considerati soddisfatti. Le mosse dell’opposizione parlamentare a Sofia arrivano fuori tempo massimo rispetto alle procedure dei trattati europei già ratificati. Il processo è ormai nella fase esecutiva e irreversibile per la data del 1° gennaio.

Quali sono i rischi di entrare nell’Euro senza una legge di bilancio approvata? Entrare in un’unione monetaria rigida senza un bilancio approvato limita drasticamente la capacità di risposta dello Stato. In caso di shock asimmetrici o necessità di interventi urgenti per calmierare i prezzi (spesso in rialzo durante il changeover), il governo si troverebbe a operare con l’esercizio provvisorio, ovvero con limiti di spesa mensili basati sull’anno precedente. Questo rende la politica fiscale inerte proprio nel momento in cui servirebbe massima reattività per accompagnare il passaggio alla nuova valuta.

Perché l’Unione Europea accetta un membro in tale caos politico? L’approccio dell’UE è basato sul rispetto di parametri numerici e legali (“criteri di convergenza”), non su valutazioni di opportunità politica soggettiva. Se un Paese rispetta tecnicamente i parametri di Maastricht (o le loro interpretazioni flessibili,) e ha completato il percorso legislativo, l’instabilità del governo in carica è considerata un affare interno che non inficia gli accordi internazionali. Per Bruxelles, la stabilità della moneta è prioritaria rispetto alla stabilità dell’esecutivo locale, anche se l’instabilità locale può travolgere tutto. Hai detto si, magari in un momento di distrazione, e adesso son tutti fatti tuoi. 

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