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La Banca del Giappone mette in pausa gli aumenti dei tassi d’interesse, ma vende gli ETF. Panico sul mercato
Banca del Giappone, mossa a sorpresa: tassi fermi, ma pronta a vendere 250 miliardi di dollari di titoli. La Borsa di Tokyo non gradisce e va a fondo.

La Banca del Giappone ha lasciato invariato il tasso di interesse di riferimento, in attesa di maggiore chiarezza sulla persistente incertezza economica e politica, e ha annunciato che inizierà a vendere i fondi negoziati in borsa.
Secondo una dichiarazione rilasciata venerdì al termine di una riunione di due giorni a Tokyo, la BOJ ha mantenuto il tasso di riferimento allo 0,5%. Il risultato sui tassi era stato previsto da tutti i 50 economisti intervistati da Bloomberg. Il voto sui tassi è stato di 7 a 2.
Ecco il grafico relativo agli interessi:
Molto interessante invece l’accenno alla vendita degli ETF, contratti rappresentatitvi di titoli di borsa che, negli anni dell’Abenomics, della politica monetaria espansiva, erano stati acquistati per sostenere il mercato mobiliare. È la prima volta che la BOJ menziona un piano di dismissione delle sue partecipazioni in ETF, del valore contabile di circa 37.000 miliardi di yen, approssimativamente 250 miliardi di dollari. La banca centrale è diventata il maggiore detentore singolo di azioni giapponesi intorno al 2020 durante il suo massiccio programma di allentamento monetario, terminato lo scorso anno.
Parlare di vendita degli ETF, cioè di titoli di borsa, ha avuto degli effetti, come è ovvio, sulla borsa, che ha subito una decisa caduta, dopo l’iniziale euforia per il mancato aumento dei tassi. Ecco il Nikkei 225:
La mancanza di interventi sui tassi venerdì era ampiamente prevista a casua della confusione eincertezza dovuta a fattori politici ed economici:
- prima di tutto la crisi politica causa dalle dimissioni del primo ministro Shigeru Ishiba, che ha dato il via alla corsa per la sua successione, a circa un anno dall’ultima elezione della leadership del Partito Liberal Democratico al governo. .
- Da un punto di vista economico, l’ambiente economico sta ancora cercando di comprendere l’impatto dei dazi statunitensi sia a livello nazionale che internazionale, anche dopo che il Giappone è riuscito a consolidare il suo accordo commerciale con gli Stati Uniticon un dazio, non eccessivamente punitivo, al 15% ,
Francamente si tratta di un momento di caos, e la stessa banca centrale deve capire quali mosse fare. Se i dazi rallentassero l’economia in modo eccessivo non assisteremo a aumenti dei tassi.
Domande e Risposte per i Lettori
1) Cosa sono esattamente gli ETF e perché la Banca del Giappone ne ha così tanti? Gli ETF (Exchange-Traded Funds) sono fondi d’investimento che vengono scambiati in borsa come normali azioni. Il loro valore replica quello di un indice sottostante (ad esempio, l’indice Nikkei 225). Negli anni scorsi, durante la politica ultra-espansiva nota come “Abenomics”, la Banca del Giappone li ha acquistati massicciamente per iniettare liquidità nel sistema, sostenere il mercato azionario e incoraggiare gli investimenti, diventandone di fatto il maggior detentore.
2) Perché il mercato azionario è sceso se i tassi d’interesse non sono aumentati? Il mercato azionario non guarda solo ai tassi d’interesse, ma anche alla liquidità complessiva. L’annuncio che la Banca del Giappone inizierà a vendere il suo enorme portafoglio di ETF significa che un grande compratore si trasformerà in un venditore. Questo aumenterà l’offerta di azioni sul mercato, potendone deprimere i prezzi. Gli investitori hanno reagito negativamente a questa prospettiva, vendendo i titoli in anticipo e causando la caduta dell’indice Nikkei.
3) Quali sono i prossimi passi per l’economia giapponese con questa incertezza? Il futuro prossimo dell’economia giapponese è legato a doppio filo alla risoluzione dell’attuale instabilità. Sarà cruciale vedere chi sarà il prossimo Primo Ministro e quale linea economica adotterà. Sul fronte monetario, la Banca del Giappone attenderà dati più chiari sull’impatto dei dazi USA e sull’inflazione. La vendita degli ETF sarà probabilmente molto graduale per non destabilizzare i mercati, ma segna un chiaro, seppur cauto, inizio della fine dell’era dello stimolo monetario estremo.

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