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KRISTALINA GEORGIEVA VICINO ALLA NOMINA AL FMI. Meglio di Djissembloem

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Finalmente l’Unione Europea ha scelto la propria candidata per la carica di direttore del Fondo Monetario Internazionale, Kristalina Georgieva, e questa, anche se in piccolo, è una buona notizia. Più che per la sua figura perchè è stato messo fuori gioco il pessimo economista, iperaustero , Jeroen Djuissembloem, l’uomo secondo cui i popoli mediterranei non meritano assistenza perchè “spendono i soldi in donne ed alcol”, l’uomo della disciplina assoluta, soprattutto quando questa è da applicare ad altri….

Già questo viene a mostrare che un minimo di buon senso esiste ancora nella UE, e che si vuole fare una proposta che non sia offensiva per il resto del Fondo Monetario Internazionale. Però non facciamoci illusioni perchè la Gerogieva comunque è una parte dell’establishment, come conferma il suo curriculum: Presidente della Banca Mondiale, commissario europeo per gli aiuti internazionali e la gestione delle crisi, tema sul quale c’è uno dei suoi  scritti accademici. Nulla di particolarmente esaltanti, semplicemente un consiglio ad essere pronti alle catastrofi naturali e consigli di investire nella loro prevenzione. Sarebbe interessante metterla subito alla prova e, per esempio, chiedere al FMI internazionale di finanziare a tassi negativi un 30 o 40 miliardi di euro alla Repubblica italiana (ad esempio un -2% annuo in 20 anni) per finanziare la soluzione al dissesto idrogeologico ed al rischio geosismico. Infatti è facile da un lato consigliare di investire nella prevenzione dei disastri e dall’altro poi imporre dei vincoli di bilancio tali da NON permettere l’utilizzo delle risorse stesse.

Ora la Georgieva dovrà scontrarsi con gli altri candidati, fra cui l’attuale governatore della BoE Carney. Inoltre è possibile che i paesi in via di sviluppo portino avanti un loro candidato (si parlava del presidente della Banca centrale messicana, Alejandro Diaz de Leon), ma, solitamente, il candidato europeo ha la prevalenza. Da un lato abbiamo evitatoil pericolo maggiore, non solo per l’Europa, ma per il mondo e per la logica, ma, comunque, si prosegue sulla solita rotta.


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