Attualità
Kosovo: si allargano gli scontri fra serbi e NATO- Polizia con molti feriti. L’esercito serbo resta al confine
Tre giorni fa vi scrivevamo sulla situazione esplosiva che si stava creando nel Nord del Kosovo. Ora la polvere da sparo inizia a detonare. La Nato ha condannato come “totalmente inaccettabili” gli attacchi dei dimostranti in Kosovo che hanno causato il ferimento di circa 25 dei suoi peacekeepers.
La polizia e le truppe della Nato si sono scontrate con i manifestanti serbi nel nord del Paese, dove ci sono stati disordini per l’insediamento di sindaci di etnia albanese eletti ins eguito a elezioni boicottate dall’etnia serba.
Gas lacrimogeni e granate stordenti sono stati usati per scoraggiare i manifestanti a Zvecan, dopo che questi avevano cercato di invadere un edificio governativo.
I soldati della Nato hanno formato un cordone di sicurezza intorno ad altri due municipi.
Scontri tra membri delle forze speciali del Kosovo e serbi dipendenti della municipalità a maggioranza serba
Lo riferisce il canale RTS, secondo il quale, in particolare, nella comunità di Zvechan, le forze speciali hanno usato granate stordenti. Colonne di veicoli blindati pic.twitter.com/WiLyejjz53— pietro granero (@pietrogranero) May 26, 2023
La crisi risale ad aprile, quando i serbi del Kosovo hanno boicottato le elezioni locali, permettendo all’etnia albanese di assumere il controllo dei consigli comunali con un’affluenza inferiore al quattro per cento. Elezioni farsa che però sono state considerate reali dal governo, a maggioranza albanese, del Kosovo.
Sia l’UE che gli Stati Uniti hanno criticato le autorità kosovare per aver destabilizzato la situazione nel nord del Kosovo e hanno messo in guardia da qualsiasi azione che possa infiammare le tensioni etniche.
Il Kosovo ha dichiarato l’indipendenza dalla Serbia nel febbraio 2008, dopo anni di relazioni tese tra i suoi abitanti serbi e quelli prevalentemente albanesi.
L’indipendenza è stata riconosciuta dagli Stati Uniti e dai principali Paesi dell’Unione Europea, ma la Serbia, sostenuta dal suo potente alleato Russia, si rifiuta di farlo, così come la maggior parte dei serbi all’interno del Kosovo. Del resto la Serbia accettò la pace con la NATO solo nella previsione che, almeno formalmente, il Kosovo avrebbe continuato a far parte del proprio teritorio.
Mentre l’etnia albanese rappresenta oltre il 90% della popolazione del Kosovo nel suo complesso, i serbi costituiscono la maggioranza della popolazione nella regione settentrionale.
Esercito in massima allerta
Lunedì, tra i feriti delle ultime violenze, ci sono stati anche soldati di pace italiani e ungheresi, tre dei quali sono rimasti in gravi condizioni, ha dichiarato la NATO. Cinque persone sono state arrestate in relazione agli attacchi.
Il presidente serbo Aleksander Vucic ha dichiarato che più di 50 serbi hanno avuto bisogno di cure ospedaliere e che altri sono rimasti feriti.
I manifestanti si sono indignati non solo per l’insediamento di sindaci di etnia albanese, ma anche per le azioni pesanti della polizia del Kosovo, che si è presentata con fucili e veicoli blindati.
A provocarli ulteriormente è stato il fatto che le bandiere serbe sono state rimosse dagli edifici comunali e sostituite con bandiere del Kosovo.
Il primo ministro del Kosovo, Albin Kurti, ha insistito che le forze di sicurezza stavano solo garantendo che i sindaci democraticamente eletti potessero rappresentare i loro elettori.
Ma è stato accusato di voler creare il caos per tutti nella regione, cercando di insediare leader che non hanno un mandato credibile. In questo caos i soldati NATO, fra cui gli italiani, sono rimasti coinvolti e feriti.
Ora trovare una mediazione sarà molto complesso.
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