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Kosovo: la Serbia invia l’esercito al confine dopo gli scontri a fuoco fra popolazione civile e polizia

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Venerdì la Serbia ha ordinato all’esercito di schierarsi al confine con il Kosovo dopo che manifestanti e polizia si sono scontrati in una città a maggioranza serba in Kosovo.

È stato ordinato un movimento urgente (di truppe) verso il confine con il Kosovo“, ha detto il ministro della Difesa Milos Vucevic in una trasmissione televisiva in diretta. “È chiaro che il terrore contro la comunità serba in Kosovo è in atto”.

La polizia ha usato gas lacrimogeni per disperdere i serbi che si erano radunati davanti agli edifici comunali della città kosovara di Zvecan, cercando di impedire al sindaco di etnia albanese appena eletto di entrare nel suo ufficio, hanno riferito le agenzie di stampa.

 

In diversi video pubblicati online si sono sentiti anche colpi di arma da fuoco e bombe d’urto. Un’auto della polizia è stata data alle fiamme, come ha riferito un giornalista della Reuters.

Circa 10 persone sono rimaste leggermente ferite negli scontri, ha dichiarato ai media locali Danica Radomirovic, funzionario dell’ospedale.

Tanjug ha detto che diversi veicoli della missione di pace della NATO in Kosovo sono arrivati nel centro di Zvecan.

La polizia del Kosovo non ha commentato gli incidenti, ma ha solo confermato che gli agenti stavano assistendo i sindaci appena eletti a raggiungere le loro sedi.

 

Disordini dopo elezioni controverse

Le elezioni lampo del 23 aprile sono state in gran parte boicottate dall’etnia serba e solo i rappresentanti dell’etnia albanese o di altre minoranze minori sono stati eletti alle cariche di sindaco e alle assemblee.

I serbi della regione settentrionale del Kosovo non accettano la dichiarazione di indipendenza del Kosovo dalla Serbia, avvenuta nel 2008, quasi un decennio dopo la fine della guerra del Kosovo. Vedono ancora Belgrado come la loro capitale.

Gli albanesi etnici costituiscono oltre il 90% della popolazione del Kosovo, mentre circa 50.000 serbi sono la maggioranza nella regione settentrionale.

Negli ultimi anni, l’esercito serbo è stato più volte messo in stato di allerta per le tensioni con il Kosovo, l’ultima volta a dicembre dopo che i serbi avevano eretto barricate per protestare contro l’arresto di un ex poliziotto.

A marzo, i governi del Kosovo e della Serbia hanno concordato verbalmente un piano sostenuto dagli Stati Uniti e dall’Unione Europea per allentare le tensioni concedendo ai serbi locali una maggiore autonomia, mentre il governo di Pristina manterrà l’autorità finale.

A Belgrado si attendono delle manifestazioni pro Vicic e, soprattutto, pro intervento in Kosovo. La situazione o viene risolta o rischia di restare come una sorta di bomba innescata nel cuore dell’Europa.

 


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