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Kazakistan: calo della produzione petrolifera del 13%

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La produzione di greggio in Kazakistan, che fa parte dell’accordo di produzione OPEC+, è crollata del 13% ad agosto rispetto a luglio a causa della manutenzione regolare di un giacimento gigante e di un arresto non pianificato di un altro giacimento gigante, ha riferito lunedì la Reuters.

Escludendo il condensato, la produzione di petrolio in Kazakistan è scesa a 1,196 milioni di barili al giorno (bpd) il mese scorso, da 1,378 milioni di bpd, secondo i dati citati dalle fonti Reuters.

All’inizio di agosto, il giacimento petrolifero offshore Kashagan in Kazakistan, che pompa più di 300.000 bpd, è stato chiuso dopo che è stata rilevata una fuga di gas nel sito.

Pochi giorni dopo, l’operatore del giacimento ha dichiarato che avrebbe riavviato parzialmente la produzione e che, al termine delle riparazioni e della verifica dell’integrità, sarebbe stata ripristinata la piena produzione dell’impianto.

Inoltre anche il Kazakistan ha registrato una riduzione dei volumi di esportazione di petrolio nelle ultime settimane. Si prevede che le esportazioni di petrolio dal Kazakistan attraverso il terminale del Mar Nero del Caspian Pipeline Consortium (CPC) subiranno almeno un mese di riduzione delle spedizioni e di interruzione dei programmi di carico a causa delle riparazioni urgenti necessarie a due dei tre Single Point Moorings del terminale, ha dichiarato il consorzio alla fine di agosto.

CPC ha dichiarato che gli ormeggi a punto singolo (SPM) 1 e 2 sono temporaneamente fuori servizio. All’inizio di agosto, durante la manutenzione programmata di SPM-1 e SPM-2, i sommozzatori hanno scoperto delle crepe nei tubi flessibili sottomarini collegati ai serbatoi di galleggiamento, ha dichiarato il consorzio. L’integrità delle attrezzature rimane intatta e non vi è alcuna minaccia per la flora e la fauna del Mar Nero, ha aggiunto CPC.

L’oleodotto CPC, lungo 1.500 km, dai giganteschi giacimenti petroliferi kazaki nel Mar Caspio a Novorossijsk, sulla costa russa del Mar Nero, trasporta oltre due terzi di tutto il petrolio kazako esportato insieme al greggio proveniente dai giacimenti russi, compresi quelli della regione del Caspio. Però viene a transitare, per una larga parte, attraverso la Russia, che può permettersi, in un modo o in un altro, di interromperlo.


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