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JP Morgan: Ethereum 2.0 manderà decine di miliardi nell’industria cripto

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JP Morgan ha prodotto un interessante documento che riguarda le previsioni future per il settore criptovalute, soprattutto alla luce dell’introduzione dello Staking in Ethereum, nel momento in cui gli occhi del pubblico sono ancora centrati su Bitcoin.

Gli analisti  Ken Worthingon e Samantha Trent hanno analizzato lo sviluppo dello staking e delle valute virtuali che vi si affidano. Questi professionisti concludono  che il processo di pegno alla base dello staking, con il relativo guadagno d’interessi, diventerà  sempre più attrattivo come fonte di reddito sia per gli investitori istituzionali sia per quelli al dettaglio, e che una volta che ethereum si fonderà in ethereum 2.0, JPM stima che lo staking, che è attualmente un business da $ 9 miliardi per l’economia cripto, “crescerà a $ 20 miliardi in seguito alla fusione di Ethereum e potrebbero arrivare a $ 40 miliardi entro il 2025 se il proof-of-stake dovesse crescere fino al protocollo dominante” (a quel punto il duo si aspetta che Coinbase ottenga un $ 500 milioni st tasso di esecuzione delle entrate).

Or il PoS sta diventando anche più popolare come risposta “Verde” al PoW, cioè al protocollo che è alla base dell’emissione di Bitcoin e che, essendo accusato di essere fortemente energivoro, è considerato non ecologico. Il PoS invece, cioè Proof of Stake, è invece basato sul “Congelare” una parte di cripto lasciandole in pegno per l’attività di mining, per cui non  comporta un aumento dell’uso dell’energia.  Lo staking è una parte essenziale del mantenimento dell’integrità dell’ecosistema delle criptovalute per i token proof-of-stake. Per registrare le transazioni di criptovaluta, la blockchain deve essere aggiornata e convalidata. Per questa convalida vengono utilizzati due protocolli, proof-of-work (l’attuale protocollo di convalida blockchain dominante, utilizzato da Bitcoin e attualmente da Ethereum) e proof-of-stake (il protocollo emergente e in più rapida crescita che è il nucleo dello staking). Entrambi i protocolli PoS e PoW incentivano la convalida della blockchain emettendo premi (generalmente in natura), con i minatori Bitcoin premiati in Bitcoin ed Ethereum 2.0 premiati in Ethereum 2.0, ad esempio.

Qui di seguito un elenco delle maggiori valute che utilizzano algoritmi PoS.

Lo staking in criptovalute come SOL o BNB portano a rendimenti che vanno dal 4% fino al 15,9% all’anno, secondo i dati di staking. L’exchange di criptovalute Winklevoss Gemini attualmente pubblicizza agli investitori la possibilità di guadagnare rendimenti annuali fino al 7,4% mantenendo la propria stablecoin.

Il rapporto afferma anche che con il calo della volatilità delle criptovalute, la capacità di ottenere un rendimento reale positivo sarà un fattore importante per aiutare il mercato a diventare più mainstream. Ecco perché JPM prevede che il numero di token che utilizzano il protocollo proof-of-stake continuerà a crescere più rapidamente del numero di token che utilizzano il protocollo proof-of-work. Qui, maggiore è il numero di token PoS, maggiore è la capitalizzazione di mercato associata a PoS, maggiore è l’opportunità di reddito da investimento per i possessori di token nel processo di staking e per le aziende che facilitano lo staking.

Attualmente i PoS sono ancora minoritari, ma in crescita.

Il report JPM afferma:

Individui o istituzioni sono incentivati a mettere in gioco le loro criptovalute per guadagnare in modo passivo nella rete. I rendimenti nominali possono essere elevati dallo staking e dipendono sia dal design del token che dai tassi di partecipazione agli staking pool. Sebbene non sia l’attrazione principale per i partecipanti individuali o aziendali ai criptomercati in questo momento, a nostro avviso, il rendimento guadagnato attraverso lo staking può mitigare il costo opportunità di possedere criptovalute rispetto ad altri investimenti in altre classi di attività come dollari USA, titoli del Tesoro USA o mercato monetario fondi in cui gli investimenti generano un rendimento nominale positivo. Infatti, nell’attuale contesto a tasso zero, vediamo i rendimenti come un incentivo a investire.

Praticamente le criptovalute Staking sono più rischiose, ma molto più redditizie, quindi possono contribuire nella costruzione di portafogli equilibrati se pesati con attività sicure come i titoli di stato. Un invito secco alla diversificazione, anche investendo nel settore delle Valute Virtuali.


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