Seguici su

Economia

Jackson Hole: Powell pronto a tagliare i tassi? Cosa aspettarsi dal simposio dei banchieri centrali

Con il mercato del lavoro USA in frenata, l’attesa per il discorso di Jerome Powell a Jackson Hole è altissima. I mercati scommettono su un taglio dei tassi a settembre, ma il presidente della Fed potrebbe mostrarsi ancora cauto. Analisi degli scenari possibili e delle future strategie di politica monetaria.

Pubblicato

il

Fra poche ore prenderà il via il simposio annuale di Jackson Hole, e l’attenzione globale sarà concentrata sul discorso del presidente della Federal Reserve, Jerome Powell. Storicamente, questo incontro è stato utilizzato per anticipare importanti cambiamenti di politica monetaria, e anche quest’anno le aspettative non sono da meno. Il mercato si interroga su una questione centrale: i recenti dati negativi sul lavoro spingeranno la Fed a un taglio dei tassi già a settembre?

Il contesto: un mercato del lavoro in frenata

Il tema della conferenza di quest’anno, “Mercati del lavoro in transizione”, suggerisce che il focus sarà proprio sull’indebolimento del quadro occupazionale statunitense. I primi dati di luglio / agosto sull’occupazione non sono positibvi, con un consistente aumento nel numero di disoccupati che percipiscono il sussidio:

Attualmente, i mercati finanziari prezzano con una probabilità dell’80% un taglio di 25 punti base nella riunione del FOMC di settembre.

Nonostante alcuni dati contrastanti, come l’inflazione al consumo (CPI) in linea con le attese e quella alla produzione (PPI) leggermente più alta del previsto, il deterioramento del mercato del lavoro rimane il fattore dominante. Lo stesso Powell, nella conferenza stampa di luglio, aveva avvertito che il ritmo reale della creazione di posti di lavoro poteva essere vicino allo zero, una volta considerate le revisioni. La domanda ora è se gli ultimi dati siano sufficienti a invalidare la sua precedente retorica attendista.

La posizione di Powell e le aspettative degli analisti

Le opinioni tra gli analisti sono divergenti, delineando scenari diversi per il discorso di Powell.

  • L’ipotesi di un’apertura al taglio (Goldman Sachs): Secondo questa visione, Powell non annuncerà esplicitamente un taglio a settembre, ma modificherà il suo linguaggio. Potrebbe sottolineare come i rischi al ribasso per il mercato del lavoro siano aumentati, preparando di fatto il terreno per un intervento. Un tono più preoccupato per l’occupazione sarebbe interpretato dal mercato come un segnale chiaramente accomodante (“dovish”).
  • L’ipotesi della cautela (Barclays): Altri, come Barclays, ritengono che il mercato sia eccessivamente ottimista. Secondo la banca, la decisione di settembre è ancora in bilico e l’ipotesi di base rimane un taglio posticipato a dicembre. Powell potrebbe ribadire i commenti di luglio, temperando le aspettative per un’azione immediata e sottolineando che il tasso di disoccupazione, al 4,2%, è ancora basso.
  • L’ipotesi dell’irrilevanza (JPMorgan): Un terzo punto di vista suggerisce che Jackson Hole potrebbe essere un evento interlocutorio. La decisione finale della Fed dipenderà dai dati cruciali sull’occupazione e sull’inflazione di settembre, che saranno pubblicati solo dopo il simposio. Pertanto, Powell potrebbe mantenere un atteggiamento neutrale, senza fornire indicazioni definitive.

Oltre i tassi: la revisione del quadro strategico della Fed

Un altro tema di grande interesse sarà la revisione del quadro strategico della Fed. Molti analisti, tra cui quelli di Goldman Sachs e Deutsche Bank, si aspettano un parziale passo indietro rispetto alle modifiche introdotte nel 2020. All’epoca, la Fed adottò il “Flexible Average Inflation Targeting” (FAIT), una strategia che permetteva all’inflazione di superare temporaneamente il 2% per compensare i periodi precedenti di debolezza.

Questo approccio è stato criticato per aver contribuito alla successiva fiammata inflazionistica. È probabile che Powell annunci un ritorno a un più tradizionale “flexible inflation targeting” e reintroduca un approccio più simmetrico al mandato sull’occupazione, intervenendo non solo in caso di “deficit” ma anche di “deviazioni” dal pieno impiego. Sebbene queste modifiche non abbiano un impatto immediato sulla politica monetaria, segnalerebbero un ritorno a una maggiore ortodossia e a una gestione più preventiva dell’inflazione.

Alla fine, tutto considerato, appare improbabile che da Jackson Hole arrivi qualche grande rivelazione di politica monetaria: tra l’altro roa la Federal Reserva ha un po’ di problemi politici da affrontare. Però si può sentire il tono dell’ambiente e capire cosa Powell senta. Ci si attende che riconosca l’indebolimento del mercato del lavoro, adottando un’inclinazione più prudente. La decisione finale, però, resterà strettamente legata ai dati macroeconomici che verranno pubblicati nelle prossime settimane, lasciando i mercati in un’attesa vigile.

E tu cosa ne pensi?

You must be logged in to post a comment Login

Lascia un commento